sabato 25 ottobre 2008

In una mattina d'autunno di ottobre, o nel primo pomeriggio, esco a camminare a Mantova. Forse vi abito ma non ne sono sicuro. Il cielo è grigio e con lui gli edifici, le persone, la strada. Solo dal cielo si intravede, seminascosto dalle nuvole, il sole che colora vagamente le nuvole che lo coprono di arancio. A parte questa piccola sfumatura colorata tutto il resto è di un bianco e nero devastante. Sto camminando in una zona di Mantova che conosco ma che è cambiata totalmente: alcuni palazzi non esistono piu', i cartelli delle vie sono pendenti e mostrano i segni dell'usura, la strada tende a essere squadrata... insomma è come se d'improvviso una parte del centro della città fosse stata sradicata totalmente. Intorno a me, durante la camminata, passano altre persone in silenzio e con l'espressione spenta del viso, sono vestiti di nero, guardano in basso e camminano lentamente. So perchè è tutto così triste: è un periodo di povertà, tutti sono magri, sono tristi e sono stati buttati giu' dei palazzi oramai disabitati. Io non mi sento cosi' triste, il mio umore è stabile e non mi faccio spaventare da questo ambiente squallido, tuttavia mi rendo ben conto della situazione e anzi so che siamo in un anno imprecisato del futuro (qualche anno, niente di piu'). Io indosso un lettore mp3 musicale e intanto ascolto della musica mentre cammino.
La mia camminata prosegue e il luogo che mi si presenta è costituito da case di fortuna costruite in legno oramai scurito dal tempo e dalle intemperie, dentro queste casette vivono persone vecchissime con la pelle raggrinzita e tirata che presenta quelle classiche "macchioline" rosse sparse un po' ovunque. C'e' un prete che vive li assieme ad una suora, il prete è bruttissimo: alto magrissimo con la pelle raggrinzita, la suora invece è cieca, ha una veste nera e sugli occhi ha come un cerchiello per capelli disposto in modo tale da coprire i due occhi, il cerchiello è fatto di legno compensato chiaro, largo in modo tale he riesca a coprire bene le zone oculari e avvicinandomi noto che è un po' usurato (il legno presenta delle piccole crepe). Il prete mi dice che quel luogo è per portarvi alcuni anziani lontano dalla città, per farli svagare un po' vista la brutta situazione che stiamo vivendo. Rimango indifferente ma un po' impressionato da quei corpi vecchi, in silenzio, che pero' non mostrano tanta malinconia. Il colore della loro pelle è reale nonostante tutto il resto sia in bianco e nero. Sembra di essere in un ambiente devastato da bombardamenti nel dopogerra ma non è cosi', è il futuro prossimo quello in cui so di essere e la cosa continua a non spaventarmi.