mercoledì 24 febbraio 2010

il nuovo lavoro...

Il mio ultimo lavoro è bruscamente finito e in preda a un misto di nostalgia e paura del futuro ho la fortuna di avere una spintarella da una ragazza dell'informagiovani di Roverbella che mi fa entrare a lavorare in una banca, allo sportello. Si tratta di una filiale piccola situata in un edificio piccolo in una zona ai piedi di una zona collinare. Questa banca sta a Roverbella
e io devo fare il pendolare in auto ogni giorno per recarmi là.
All'interno di tale banca non vi sono uffici separati da mura, ma diverse scrivanie di legno marrone disposte su tutta la superficie della stanza e su cui sopra vi è una sorta di registratore di cassa di plastica grigio scuro con il display verde a 1 riga tipico dei supermercati o dei piccoli negozi.
Io occupo una di queste scrivanie, distante qualche metro da quella della mia amica ma tuttavia non riusciamo a vederci a colpo d'occhio: chattiamo mandandoci messaggi tramite questo registratore che li visualizza sul display monocromatico. Cerchiamo di non farci troppo vedere dal capo ufficio.
Anche se sono un neoassunto, ancora non so cosa devo fare. Nessuno mi dice che mansione ho, i clienti sono pochi e quei pochi che arrivano (sono sempre anziani) si siedono e chiacchierano del piu' e del meno con gli altri dipendenti. Ho un po' soggezione perchè sono l'ultimo arrivato e non so cosa devo fare e mi sento sempre piu' un pesce fuor d'acqua: non è il lavoro che fa per me questo, non sono adatto a stare allo sportello, non sono adatto a stare in un ufficio silenzioso e dall'arredamento troppo "formale", ma che ci faccio qui?

domenica 14 febbraio 2010

Al post di matt e il gatto bianco sott'acqua

A Suzzara, nell'estate 2010 ha aperto un nuovo pub, "Al post di matt", situato quasi in periferia della città, vicino alla rotonda e al centro commerciale che stanno a due passi da viale Marx. E' un posto diverso dal solito locale di fighetti e gente sfigata che popola il paese in cui vivo, è un posto dove vanno i ragazzi che vogliono fare un po' di sano casino senza volgarita' e senza combinare guai.
Mi reco in questo posto nuovo assieme a 3 amici di Castellucchio che mi accompagnano volentieri, si chiacchiera si ride e in brevissimo tempo rompo il ghiaccio con gli altri ragazzi che frequentano il pub che stanno facendo un po' di casino: risate, battute, qualcuno si lancia al volo qualcosa, altri sparano cazzate in modo irresistibile, eccetera... Siamo tutti all'aperto perchè il pub ha la zona estiva molto ampia anche se poco illuminata da lampioncini che emanano una luce gialla.
Dico ai miei amici che torno subito e mi lascio coinvolgere al divertimento delle nuove conoscenze. A un certo punto mi ricordo di loro, corro verso il parcheggio e raggiungo i ragazzi che erano con me. Mi scuso per l'assenza, li saluto e li lascio andare e torno a fare bischerate con questa compagnia di ragazzi/e.
Credo sia l'alba, il cielo pero' è grigio, sembra che sia piovuto ma io non sono per niente bagnato, nell'aria fresca si avverte l'odore e l'umidità che vengono dopo un po' di pioggia estiva. Sto parlando con una ragazza vestita di nero, alta poco piu' di me, con i capelli neri lisci e gli occhi azzurri, la carnagione chiara e il fisico un po' palestrato: sembra una sorta di dark lady ma simpatica e intelligente. Mi dice che va a casa e allora la accompagno...andiamo a piedi anzi lei si mette a correre come se si allenasse per una gara e io mi metto a correre a fianco a lei, con la camicia grigia scura con le maniche tirate su fino ai gomiti: si suda ma è piacevole mentre l'alba si fa strada nella nuova giornata. Mentre corriamo e non sentiamo la fatica le dichiaro il mio amore e subito dopo arriviamo davanti al condominio in cui vive, mi guarda ed è contenta, non mi manda via.
Successivamente vado in una sorta di spa piuttosto piccola, dai muri coperti di piastrelle bianche ovunque, il luogo è molto luminoso e frequentato da diverse persone. Mi dirigo verso una piccola vasca quadrata dove mi immergo nell'acqua calda ristoratrice. Con uno strano strumento che sembra un cucchiaio di legno modificato mi inietto nel collo una sorta di siero che mi fa stare meglio e lascio cadere il "cucchiaio" nell'acqua. Mentre sono li nella vasca che mi rilasso arriva un gatto bianco con occhi azzurri dal pelo lungo che entra in acqua... è rilassato e lo lascio fare, pero' esce subito, per poi ritentare di nuovo a entrare in acqua. Esco dalla vasca e capisco che forse devo togliere il cucchiaio di legno. Lo tolgo e il gatto entra in acqua e si rilassa, solo che l'acqua è troppo alta per lui e affonda, ma non si fa prendere dal panico, rimane immobile con gli occhi aperti a guardare nel vuoto. Faccio scorrere un po' d'acqua togliendo il tappo cosi' lui finalmente puo' respirare tranquillamente con la faccia che spunta fuori dalla superficie dell'acqua. Anche a lui piace lavarsi e rilassarsi in questo modo...

giovedì 11 febbraio 2010

Persone di Suzzara

A Suzzara, in un'ora del giorno non ben definita e che non riesco a individuare a causa del cielo coperto di un colore grigio che tende al blu (tramonto? alba?) mi ritrovo nel parcheggio di un centro commerciale assieme ad altri ragazzi coetanei e non, persone che conosco da quasi una vita, della mia città.
Sono tutti vestiti bene, chi con giacca e cravatta, chi con vestiti eleganti, insomma sembra che siano pronti a un evento solenne o qualcosa di importante, qualcosa mi fa capire che è una messa o un rito... tutti lo sono, tranne me. Io sono vestito casual: jeans, felpa con cappuccio, occhiali da sole messi nella tasca del giubbotto perchè non c'e' il sole... Noto tutti loro e mi irrita un po' vederli cosi' eleganti, ma perchè si sono vestiti tutti così? Sembra che stiamo per partire tutti insieme verso una destinazione a me imprecisata, anche se come loro sono pronto a partire. Una di queste mie amiche parcheggia la sua auto, una C1 rossa, davanti alla mia: la cosa mi irrita ancora di piu' e prendo la mia auto e la sposto da un'altra parte, lontano dalle altre, e mentre la parcheggio tra le aree delimitate da strisce bianche (tipiche di un parcheggio da centro commerciale) noto che non frena piu' come una volta e mi tocca premere piu' volte sul pedale: altra seccatura!!!
Scendo dall'auto e a pochi passi trovo un crocchio di persone, anch'esse tutte familiari, che in piedi chiacchierano tra loro come si farebbe in una piazza di paese: saluto qualcuno, vedo altre facce conosciute e trovo anche una persona che è morta diversi anni fa che parla assieme a loro, mi chiedo se sia il fratello gemello del defunto ma la cosa mi convince a metà anche perchè quell'uomo non ha mai avuto gemelli! Assieme a codesto uomo, che chiacchierano, vi è sua moglie e alcuni altri amici della coppia, passo vicino a loro indifferente ma sopreso positivamente perchè fa piacere rivedere questa persona defunta che chiacchiera tranquillamente con una espressione serena che traspare tra gli occhiali neri squadrati che indossa...
Sento che parte una musica provenire da qualche diffusore/cassa li vicino a noi, riconosco al volo la canzone, è "Come il sole all'improvviso" di Zucchero, senza esitare e noncurante della presenza di tutte queste persone mi metto ad accompagnare a squarciagola la canzone assieme a qualche mio amico, sento che stono ma non me ne importa... e mentre cantiamo questa canzone riscaldiamo un po' l'atmosfera "fredda" da piazza e ci dirigiamo verso la cassa audio riproduce la canzone, scopriamo che vi è una sorta di Dj che gestisce un rudimentale karaoke e che la canzone in realtà doveva essere cantata da una ragazza di colore che è rimasta basita e intimidita dal nostro "urlar cantando" ed è rimasta li, con il microfono in mano, a guardarci incredula... a questo punto la situazione diventa ridicola e vagamente grottesca ma un colpo improvviso fa sparire tutto, mi sveglio.

giovedì 4 febbraio 2010

Il padrino mi interroga e il mio corpo sanguina

Il padrino, un piccolo padrino "di provincia" viene a trovarmi, è mio zio e per ovvi motivi devo essere presente alla cena fatta in suo onore dagli altri pochi parenti che stanno nella mia zona e che si ritrovano tutti insieme. La cena si svolge nell'appartamento in cui forse vivo o che è di un altro mio parente...questo non mi è dato sapere. Sembra una persona normale, parla con un accento siciliano non molto marcato (perchè forse lui vive nel nord italia) e parla del piu' e del meno. A un certo punto, pero', si alza e va a sedersi in disparte in uno stanzino e mi chiama, dice che devo fare il io dovere e devo rispondere sinceramente alle sue domande riguardo alcune questioni e ribadisce che devo fare "il mio dovere", sottintendendo che al mio rifiuto si sarebbe vendicato in modo poco civile. Al suo fianco, in piedi, ci sta un suo picciotto anch'esso invitato alla cena, un giovane che parla poco e ha un aspetto gradevole ma al tempo stesso inquietante: è sempre un picciotto, pronto a farti del male su ordine del proprio boss.
Prendo uno sgabello, mi siedo di fronte allo zio padrino anch'esso seduto, una luce gialla al tungsteno, debole, illumina lo stanzino alla mia sinistra: la luce e le ombre che proietta fanno sembrare il tutto come una vera e propria scena di un film. Lo zio mi chiede dove ho preso la patente e come l'ho presa: gli rispondo con sincerita', ovvero che l'ho presa come tutti gli altri ragazzi, in modo onesto e legale. E' soddisfatto di questa risposta, gli chiedo se posso alzarmi e andare nel bagno che sta li a 3 metri di distanza perchè ho le mani sporche di sangue e non capisco come mai mi esce il sangue da alcune microferite. Mi dà il permesso e mi fa accompagnare dentro al bagno dal suo picciotto: la porta del bagno rimane aperta in modo tale che lui possa vedermi dal punto in cui si trova. Io mi lavo le mani, mi lavo al faccia, ma il sangue continua a uscire: è poco ma esce con rapidita' costante. Anche dal centro della mia guancia destra perdo sangue e la ferita da cui esce è grande come la capocchia di uno spillo. Non riesco a capire come mai abbia questo problema fisico, tuttavia mi sento bene e in forma. La cosa comunque lascia i due mafiosi indifferenti: a loro non dà alcun fastidio.
Torno a sedermi allo sgabello e lo zio mi fa altre domande a cui rispondo tranquillamente, noto però dall'espressione che fa che non è piu' molto interessato a quello che gli dico perchè tutto quello che ho da dire riguarda scelte fatte secondo onestà e fatte nella piena legalità: lui forse vuole sapere se ho commesso qualche cosa che sia piu' vicina al suo stile di vita di boss, forse mi vuole arruolare, o forse vuole solo capire se sono innocuo e non costituisco ostacolo alle sue attività losche.
Io sono abbastanza tranquillo, è mio parente e in qualche modo un minimo di "rispetto" glie lo devo, anche se so che è un farabutto. Tuttavia le mie mani continuano a perdere sangue, come se fossero irritate dal freddo e avessero dei geloni particolarmente grossi.