sabato 30 gennaio 2010

Dietro quella porta c'e' un posto bellissimo

In un pomeriggio grigio d'autunno mi trovo a camminare sotto i portici di Mantova, in direzione di una chiesa il cui ingresso è proprio sotto i portici stessi. Sto andando in direzione centro e alla mia sinistra si susseguono le porte dei vari negozi e abitazioni. Oltre a me ci sono altri passanti, non tantissimi. Incontro un prete giovane e uno anziano, il piu' anziano fissa con pazienza e un sorriso sul viso quello giovane che esce da un negozio dove acquista qualcosa di goloso: pasticcini, forse una torta, non capisco bene...
Procedo nella camminata e arrivo alla porta di legno nera (e con evidenti segni di usura) alla mia sinistra, entro e mi ritrovo in una stanza dal soffitto basso in legno scuro. La stanza rettangolare ha sul pavimento, quasi che occupa tutta l'area del pavimento stesso, un tappeto e sopra di esso vi sono alcune persone: alcune sono in atteggiamento di preghiera verso la mecca, altre sono sedute a gambe incrociate, altri sono coricati supini. Qualcun'altro èseduto su panche nere di legno che "spuntano" dai muri. C'e' silenzio perchè tutta questa gente sta pregando a modo suo la propria divinità . Mi sento in leggero imbarazzo, perchè non mi aspettavo di trovare queste persone in questi atteggiamenti particolarmente delicati. Ma io sono venuto li per un motivo serio: mi dirigo verso una ragazza seduta su una delle panchine lungo il muro, sta nel muro piu' in penombra (la stanza ha una sola finestra da cui entra la luce del sole).
Alla ragazza seduta consegno due assegni: dei due ricordo solo di uno la cifra esatta: 100000 euro. Sono soldi miei e glie li do' per beneficenza, volentieri, perchè so di fare una cosa bellissima ora che me lo posso permettere e che sogno di farlo da anni. L'altro assegno ha una cifra piccola, ma non so per quale motivo glie lo porto, forse per pagare qualcuno a cui devo dei soldi, boh!
Fatto questo, esco da un'altra porta che credo sia una porta che immetta sul "retro" della parrocchia e...sorpresa! Mi trovo in una sorta di passaggio in pietra, all'aperto, illuminato dal sole: un frate mi passa accanto in direzione opposta alla mia, ha barba bianca e baffi lunghi, il saio con cappuccio sulla testa... gli dico: "mi scusi ho sbagliato porta..." ma lui non mi dice niente, non mi rimprovera.
Allora mi guardo bene attorno: sono sul pendio di una montagna, su un passaggio in pietra scavato parzialmente sul lato della montagna, alla mia destra alzo la testa e su un'altro pendio poco piu' in alto trovo la facciata di una sorta di santuario, un piccolo santuario illuminato dal sole: insomma è il retro della parrocchia ma è simile a quei monasteri incastonati nella roccia. E' tutto è illuminato da un sole di maggio fantastico, caldo ma non afoso, avvolgente, unico. La facciata del santuario è di semplice fattura: essenziale in stile gotico e i cui mattoni sono strani. sono tutti delle sfere di diametro circa due spanne appoggiate l'una sull'altra in modo da formare un edificio ben riconoscibile ma un po' originale anche se tuttavia molto sobrio ma gradevolissimo. E non solo, una volta finito di guardare il santuario mi volgo dall'altra parte e mi trovo davanti il cielo limpido e terso, azzurro e sotto di esso il mare, un mare di un blu rassicurante e caldo, un blu bellissimo, tuttavia se guardo bene, dall'altezza da cui mi trovo il mare è abbastanza agitato, quasi in burrasca: le sue onde grosse sbattono contro la scogliera sotto di me e qualche schizzo d'acqua arriva fin su dove sono io, portato da un vento deciso ma non freddo o violento, un vento da "mare".
Oltre al passaggio in pietra dove sto io se ne sviluppano altri due o 3, e infatti alla mia sinistra vedo che il percorso, dal punto in cui mi trovo, scende a valle con discese e scalinate varie, ci sono altre persone infatti che mi passano vicino e scendono, capisco di essere in un luogo pubblico frequentato da turisti o da persone del posto. Scendo anche io, le scale portano ovviamente al livello del mare e a una spiaggia in parte di sassi e in parte cementata. Vedo diverse persone che fanno il bagno, passeggiano, parlano tra loro, ci sono diverse coppie giovani con bambini piccoli, dai 2 ai 10 anni che passeggiano. Il mare non è piu' in tempesta come vedevo dall'alto, è tranquillo, il colore dell'acqua è di quell'azzurro-verde tipico che si trova nella zona del bagnasciuga. La parte cementata della spiaggia ha una banchina che si spinge oltre il bagnasciuga e si posiziona direttamente sopra il mare, vi sono tante panchine o forse una unica panchina lunga quanto la banchina stessa: su di essa vi sono sedute tante persone e anche io mi siedo li con loro. Sembra di stare sospesi sull'acqua del mare. Dopo qualche minuto decido di tornare alla spiaggia ma vedo che il passaggio (di cemento) che mi porterebbe indietro è sparito e posso solo tornare indietro saltando un "buco" di piu' di un metro sotto di cui vi è l'acqua marina e che mi separa dal resto della spiaggia. Ho inizialmente paura ma poi decido di saltare, se mi bagno dico: chi se ne frega, è tutto bello qua. Cosi' salto e finisco in acqua, ma l'acqua mi arriva solo al ginocchio, e quindi sorrido tranquillo. L'acqua è tiepida ed è un piacere tenere le gambe immerse, è proprio un bel posto quello dove sono capitato, non l'avevo mai scoperto prima e tutto qua intorno è pacifico e naturalmente sereno.

giovedì 28 gennaio 2010

Escluso / Rifiutato / Furtivo

Primo sogno - Escluso

Mi trovo coinvolto nell'attività di un gruppo di ragazzi che fanno teatro, alcune facce mi sembrano familiari e altre no. Si stanno preparando per mettere in scena uno spettacolo ma alla fine io capisco che non sono gradito e vengo ignorato dallo staff. Tutto è caotico e confuso tra risate, grida, agitazione degli attori. Io mi allontano e vado tra il pubblico: siamo in un teatro circolare a ellisse con i posti per il pubblico disposti su 3 piani come i loggioni di un teatro. Il palco sta nell'area centrale dell'"ellisse" ed è sterrato. Il teatro è a cielo aperto. Il pubblico si esalta a vedere questo spettacolo, io non capisco nulla di quello che avviene sul palco a terra e tutto è caotico. Tutti applaudono, io continuo a non capire che cosa applaudono e mi sento molto depresso, sono stato escluso dagli attori e anche dal pubblico che non mi considera minimamente. Che sta succedendo?


Secondo sogno - Rifiutato

Un mattino mi presento nella canonica di una parrocchia che non conosco, so di essere uno straniero in quella zona e di venire da lontano ma ho bisogno di parlare con il prete. Lo trovo subito, chino a sistemare alcuni oggetti nella sua stanza-ufficio, stanza che è un garage con il portone sollevato in posizione orizzontale.
Si rialza e mi guarda, è giovane, avra' circa 35 anni massimo 40, alto 1,78 e ha la barba e i baffi neri ma non è una barba folta ed è vestito interamente della tonaca nera. Alle sue spalle il portone aperto lascia intravvedere un prato, forse il prato del campetto da calcio dell'oratorio...
Lo saluto e gli chiedo quando posso confessarmi, perchè sento questo bisogno, ma lui dice che è molto impegnato e che non puo' subito, allora gli chiedo quando posso ritornare e mi risponde che forse dopo due settimane puo' ricevermi, a questo punto un po' irritato e deluso gli chiedo quando posso prendere appuntamento ma lui divaga, mi guarda con la sua espressione fredda e vagamente ostile e mi fa intendere che rifiuta di compiere il suo dovere. Insomma non mi vuole tra le palle. Cosi' sono costretto a pensare di andarmene e mi sveglio.


Terzo sogno - Furtivo

E' notte inoltrata, forse sono le ore 2 o le 3 e con un amico decido di entrare nella ex biblioteca comunale. Ho la chiave che mi è stata lasciata da tempo quando in passato facevo il servizio civile. Entriamo cosi' dalla porta principale e accese le varie luci saliamo le scale al primo piano, percorriamo un corridoio largo (da cui partono ai lati del muro dei mini corridoi con pavimento di legno che portano a piccolissime stanze di lettura) e infine arriviamo a una stanza quadrata con una scrivania vuota e grigia e un monitor con tastiera posizionato in un angolo della stanza (che pare abbia la moquette). Il monitor è vecchio, un 14 pollici crt che fa molto anni 80 o primi anni 90 e mostra la pagina di ricerca di google.
Ho portato il mio amico li perchè lui necessita di navigare per trovare qualche annuncio di lavoro e intanto ne approfittiamo per girare di notte visto che non abbiamo sonno.
Dopo un'ora circa abbiamo finito e faccio per tornare indietro: le luci accese che si vedono dall'esterno attraverso le finestre spero non abbiano attirato l'attenzione degli eventuali rari passanti. Ripercorriamo il corridoio illuminato dalla luce gialla di lampadine al tungsteno e mi rimetto a osservare quelle stanze piccole di lettura e i relativi passaggi stretti...noto anche una scalinata che va giu' verso lo scantinato: provo una sorta di terrore nell'immaginare dove porta e mai mi permetterei di percorrerla. Anche le stanze di lettura mi inquietano: hanno una parete di vetro che permette di vedere chi vi è dentro che legge e sono in qualche modo comunicanti con la scalinata dei sotterranei. Lascio tale scalinata alle mie spalle e procedo a uscire da questo posto. Una leggera ansia mi pervade, non so perchè.

domenica 24 gennaio 2010

Camminando

Cammino in un quartiere del centro di Mantova, percorrendo lo stesso percorso circolare che circonda il quartiere stesso, al mio fianco un cane femmina che sembra un incrocio tra un pastore tedesco e un alano: è di colore nero, slanciata, ma con le orecchie paffute di un pastore tedesco e il pelo medio, di colore grigio antracite (e a tratti nero). Mi segue senza abbaiare, mi segue come se mi conoscesse da tempo, ma non è mio. E' di una ragazza che passeggiava li vicino a me.
Questa bella cagnona sta alla mia destra, e ha cominciato a seguirmi mentre, durante il mio cammino, sono passato di fianco alla sua padrona. Tuttavia apprezzo la sua compagnia silenziosa e non mi sento impaurito dalla sua presenza. Ripeto la camminata circolare per il quartiere ancora, e questa volta passiamo di fianco a dei cuccioli di cane, in particolare ve n'è uno peloso e carino di pastore tedesco che sta giocando... sia io che la cagnolona ci passiamo di fianco senza sfiorarlo o attirare la sua attenzione e il giro continua. I colori dei muri e degli oggetti attorno a noi sono di un grigio cupo, di quel grigio provocato dalla luce riflessa del cielo dopo la pioggia, il pavimento e il marciapiede infatti è bagnato.
Tuttavia, in questo angolo di mondo dai colori spenti tipici dei palazzi vecchi e corrosi dalle intemperie, mi sento bene a camminare affiancato da questa cagnona.

martedì 19 gennaio 2010

Visite a case abbandonate

Con alcuni amici mi diletto e diverto a visitare palazzi abbandonati per girare qua e la per le stanze. Li troviamo sempre senza infissi e senza piu' porte, in balia del tempo e delle intemperie.
E cosi' mi ritrovo in un palazzo del periodo barocco abbandonato, con i muri spessi e le finestre grosse; con questi ragazzi sto curiosando al primo piano e ci troviamo in un enorme salone, forse usato per balli, feste o eventi solenni. Mentre loro chiacchierano e raccolgono oggetti lasciati sul pavimento, io mi avvio verso la tromba di scale da cui siamo saliti: è una scalinata fatta di marmo, con gradini di un giallo chiarissimo e puliti. Sto osservando il mezzanino di tale scalinata quando due uomini con mantello vestiti come nel XIX secolo si incontrano sul mezzanino: sono entrambi alti 1,78 circa, magri, sui 45 anni e hanno una parrucca di boccoli rossi e un mantello nero: si avvicinano l'uno all'altro e si guardano, sono uguali identici. Questo non è un buon segno, significa che nel giro di qualche secondo saranno da noi perchè ci hanno scoperti. Scappo e avviso i miei amici.
Successivamente, vagando per la campagna, troviamo un nuovo edificio: visitiamo una casa abbandonata con arredamenti ancora integri e non impolverati degli anni 60 dai classici colori spenti di quel tempo: marroni scuri, verdi sbiaditi o poco vivi, grigi. Vado su al primo piano e scopro una sorta di cucina con stufa a legna da cui parte una tubatura marrone scuro, lucida che sembra nuova. Questa tubatura scende verso il pavimento e incuriosito decido di vedere dove arriva e mi accingo a scendere le scale. Ma il pavimento comincia a cedere e a piegarsi verso il basso, forse a causa del legno marcio e vecchio che costituisce il soffitto per il piano terra. Mi tocca scappare fuori con gran fatica e delusione, volevo vedere la tubatura della caldaia fin dove arrivava, perchè avevo intuito che sarebbe andata sottoterra.

Fuga dalla Russia

Sono un turista, e mi trovo in Russia. Negli anni 50. E devo fuggire da questo paese.
Sono chiuso nella stanza di una casa di un contadino, fuori accanto alla porta principale della casa vi sta un poliziotto in piedi e all'erta: si aspetta che io esca da un momento all'altro per arrestarmi. Io sono già d'accordo con il proprietario della casa: mi aspetta fuori, nel retro della casa dove si trova l'ingresso secondario seminascosto dalle cianfrusaglie e dalle altre baracche che vi si trovano attorno. Mi avvio verso l'uscita e salgo sul trattore che l'uomo possiede: coperto fino agli occhi e con in mano il mio passaporto sono tesissimo. Fuori ha appena smesso di piovere e tutto è grigio e scuro attorno a noi: cielo, case, oggetti, e pure il mio futuro: riusciro' a fuggire? Nessuno ci insegue e con una apparente tranquillita' ci allontaniamo dalla casa. A questo punto, penso, il poliziotto si sarà già insospettito e avrà gia' sfondato la porta.
L'uomo sul trattore scende e percorsi pochi passi viene subito riconosciuto e fermato da altri poliziotti, io invece riesco a prendere una bicicletta da uomo e passo accanto a loro facendo finta di essere un vecchio contadino ubriaco e appena passato oltre una serie di pacchi ammassati sull'asfalto mi fermo e riprendo fiato: non mi hanno riconosciuto, posso ancora fuggire.