lunedì 6 maggio 2013

Uno strano bar


Ero con Vincenzo dentro un edificio tipo biblioteca nel centro di mantova, seduti a un tavolo e lui mi faceva vedere un documento da consegnare in qualche ufficio pubblico (questura? polizia? qualcosa del genere). Dava a me il compito di consegnarlo e mi spiegava dove si trovava, tuttavia poi abbiamo deciso di andare insieme e ci siamo incamminati.
Chissà dove era questo posto, perchè appena usciti dalla città ci siamo fermati in un posto che conosceva solo lui e che mi voleva fare vedere: era un bar autogestito. Di fronte a questo bar, dall'altra parte della strada, c'era un edificio in rovina che io riconobbi essere un palazzo sinistro e spettrale che ho visitato in qualche sogno passato. Mi faceva piacere vederlo crollato, riconoscevo parte del muro e dei soffitti a volta delle stanze sotterranee oramai tutt'altro che paurose e poco luminose.
Comunque, salgo le scale per accedere a questo bar autogestito da personaggi "freak", gente con menomazioni, altri semplicemente brutti, altri con qualche rotella fuori posto, tutti giovani pero'. Su una panca ci sono due tipe bruttissime che probabilmente fanno coppia, al bancone si siede un tipo che ha bruciato il cervello a forza di videogames (e si porta addosso uno di quegli occhiali per la realta' virtuale) e ha la testa piu' grossa del corpo, mentre a servire al banco c'e' una ragazza minuta che sa leggere la mente e per gioco risponde a voce alle domande che tu le poni pensandole dentro la tua testa.
Vincenzo si allontana e si perde a parlare con alcuni di loro in un angolo del locale, e poi sparisce del tutto... io invece rimango a socializzare con questi personaggi che sono tutti simpatici e si ride, si chiacchiera, si sta bene. Tra me e me pensavo che solo lui potevi portarmi in un posto del genere, originale e accogliente. Il tempo passa e sono circa le 7 di sera, oramai quegli uffici saranno chiusi, ma Vincenzo dove è finito?