venerdì 26 settembre 2008

Balzo indietro

Senza un preciso motivo, mi ritrovo sbalzato nell'anno 1997, come se fossi ringiovanito ma mantenendo i pensieri e le esperienze fatte fino a oggi. Mi rendo subito conto della grande opportunita' che ho: posso rimediare a tante cose, posso rifarne altre in modo migliore, posso mantenere amicizie, posso evitare insomma di fare tante cazzate. Sono cosi' felice di questa opportunita' che provo euforia e sono un po' agitato ma sereno.
Rivedo con piacere i luoghi cosi' come erano in quell'anno: senza internet, senza mp3 e aggeggi infernali come i telefonini, rivedo alcuni scorci della mia città come era in quell'anno e la cosa mi fa sorridere.
Pero' la mia missione è evitare di rifare gli stessi errori, e la prima cosa da fare che mi viene in mente è quella di andare a salutare le persone che frequentavo in quel periodo, anche se è un po' difficile "fingere" di non sapere nulla del loro futuro. Addirittura vado a trovare persone che poi conoscero' solo diversi anni dopo e quando suono alla loro porta e le saluto con il loro nome rimangono sbigottite, io allora mi rendo conto che non sanno chi sono e salutandole scappo via!!!
Tra le persone che frequentavo ce n'era una che gia' in quell'anno non vedevo oramai quasi piu'...ed è quella che mi fa preoccupare di piu', perchè l'ho persa. Non è un amico di quelli con la A maiuscola, non è una persona che ha riempito in modo particolare la mia vita, pero' a me dispiace comunque di averla persa. Eccolo, FP, me lo ritrovo seduto su un divano che mi guarda rilassato (uguale identico a come era nel 1997), gli dico subito: "non ti voglio perdere" e lui risponde con un secco "no", intende dirmi cosi' che lo perdero' comunque... io insisto ripetendo la mia frase e lui risponde con un altro secco "no". Ok...non c'e' nulla da fare, certe cose forse non si possono cambiare nemmeno tornando indietro nel tempo. Mi allontano da lui in cerca di altre cose da fare, felice di avere questa grande possibilita'... ma qualcosa disturba il sogno e mi sveglio.

domenica 14 settembre 2008

E' un giorno di festa in un paese imprecisato della pianura padana, forse è domenica mattina, il sole splende e il cielo è di un azzurro chiaro. Un ragazzo che partecipa alle feste si trova al primo piano di un palazzo rinascimentale e si sporge dal muretto per guardare la piazzetta sottostante dove diverse persone chiacchierano, si divertono, ballano e cantano. Vicino a lui ci sono altri ragazzi giovani che chiacchierano tra di loro. Il ragazzo si allontana dalle feste, si ritrova improvvisamente seduto davanti a una scrivania a cui sta acceso un computer, monitor e tastiera si trovano davanti a lui accesi. La scrivania è posta in un angolo di un salone, forse un salone di una scuola utilizzato per laboratori all'interno del palazzo rinasicmentale. I muri sono colorati di bianco e alla sinistra del ragazzo, sul muro laterale, vi è una grande finestra rettangolare con la base piu' grande dell'altezza. La finestra da' in qualche modo sulla piazza, e sebbene sia chiusa da un unico infisso di vetro si sentono arrivare le voci di ragazzi che cantano insieme con la chitarra. Il ragazzo ha un pensiero che gli corre in testa da tempo,vede se stesso vecchio a 70-80 anni di età ed è scosso da una profonda tristezza, è turbato: quando arrivera' a quell'eta' tutti saranno invecchiati assieme a lui, non ci sara' quasi piu' nessuno dei suoi amici, tutto sara' cambiato e che vivra' sapendo che presto arrivera' la morte. Ha paura di questo evento, si sente abbandonato. Dalla finestra si sentono i ragazzi con la chitarra cantano una canzone il cui ritornello è "...Ma io sarò qui...", una canzone nello stile di quelle "di chiesa" pensa il ragazzo-vecchio, ma in quel momento di assoluta tristezza e solitudine, quel verso della canzone sembra dargli una speranza: tra la vecchiaia, la morte incombente, il mondo che cambia e tutto cio' che si consuma ed è destinato a finire qualcosa rimane, perchè quel verso forse si riferisce a Gesù o a Dio, che sara' sempre li con lui nonostante la fine.
Davanti al computer, il vecchio manda un messaggio a un suo amico, chiedendogli: "mi manderesti quella frase che hai scritto riguardo a quell'uomo che sente il desiderio di ritornare in un utero materno?", ma non riceve risposta, il suo amico non è collegato a Internet, o forse non c'e' più perchè è morto prima di lui.
Preso da tanto sconforto, l'uomo davanti al pc comincia a piangere ascoltando le note della canzone che i ragazzi cantano serenamente la fuori, con il ritornello famoso "...ma io sarò qui".

lunedì 1 settembre 2008

E' un giorno di festa, estivo, e io e alcuni amici (in realta' mai visti in vita mia) decidiamo di andare in una localita' di villeggiatura non ben precisata. Partiamo in auto e prendiamo la strada ex cisa da Suzzara per arrivare a Mantova. La giornata è soleggiatissima ma non calda o afosa, è mattina e il sole delle 10 illumina totalmente l'ambiente. Percorrendo la strada pero' siamo costretti a rallentare e poi a fermarci perchè troviamo gente a piedi o in bicicletta in massa. Essendo un giorno di festa, i paesi limitrofi festeggiano la giornata in modo molto esplicito e senza mezze misure: c'e' chi si veste a festa, chi cammina, chi canta, chi in gruppo chi da solo. Ecco delle suore vestite di bianco, o macchine che passano con gente urlante, oppure ancora ecco un gruppodi ragazzi che portano in giro, sospesa sopra le braccia tese verso l'alto, una bara grande costruita con compensato. Sembra una sorta di halloween estivo, e poi forse si festeggia qualche evento religioso e quindi tutta questa gente si sta dirigendo in un posto particolare, se poi c'erano pure delle suore...
A me non interessa andare dove vanno loro, anche se forse dovrei seguirli... no, non voglio, io voglio andare al mare o in qualsiasi altro posto che non sia quello della provincia!
Siamo fermi in coda oramai e affacciandomi dal finestrino guardo l'ambiente che sta al di la della strada: la nostra auto (insieme alle altre) si trova su un grandissimo ponte stradale sospeso a diversi metri di altezza e sotto di noi passa l'autostrada che vediamo in lontananza. L'autostrada orta proprio dove vorremmo andare e passa sul lato di una collina ricoperta d'erba verde chiaro con alberi in fiore verdi scuro che vediamo sotto di noi (noi ci troviamo ad una grande altezza). Noi vogliamo andare la e sappiamo pero' che per arrivare in quella autostrada non è semplice come scendere dal ponte, perchè bisogna fare un giro lungo e il tempo scarseggia... insomma con dispiacere guardiamo le auto che passano sotto di noi e decidiamo alla fine di rinunciare ad andare in quel luogo.
Sono in una località balneare, forse all'estero o forse al confine con uno stato europeo. Il sole è appena tramontato, non si vede piu' ma il cielo emana ancora una luce che permette di vedere l'ambiente circostante. Mi trovo su una zattera, una zattera gigante, ampia, fatta di tronchi di legno del diametro di due spanne. Sulla zattera sono costruite delle casette piccole cubiche sempre in legno, i cubi hanno dimensione di 3-4 metri per lato circa e ce ne sono cinque o sei attorno a me. Sulla zattera, oltre a me, ci sono altri turisti. La zattera è una sorta di "trovata originale" per passare le vacanze sul mare, costruita interamente in legno è resistente e affidabile, al momento mi rendo conto che pero' non siamo in mezzo al mare, ma siamo "ormeggiati" vicino a una spiaggia e quindi la zattera sta a galla non tanto per l'acqua ma per una sorta di "collinetta" di sabbia sott'acqua che permette di mantenerla ferma. Guardo l'orizzonte del mare, laggiu' in fondo il cielo è ancora bianco mentre qua dove sono io ha raggiunto un blu quasi da sera, la luce pero' è ancora sufficiente a vedere dove metto i piedi. Cammino sulla zattera e vedo che c'e' pure un buco in uno di questi tronchi, guardo e vedo che dentro al buco c'e' una sorta di struttura di legno che mantiene robusta la zattera, insomma lo spessore dei tronchi è elevato e quindi non c'e' rischio di avere infiltrazioni o rotture. Decido di andare in bagno ed entro in uno di quei casottini cubici: sebbene sulla zattera non ci sia illuminazione il bagno è illuminato da una luce gialla a incandescenza, ma sembra piu' uno sgabuzzino che un bagno, sulle pareti vi sono appoggiate scope, assi di legno in modo quasi disordinato, e in un angolo ecco la turca... insomma un bagno un po' triste.
Esco dal bagno e insieme agli altri turisti guardo il cielo per osservare la luna: è una serata particolare perchè è possibile vedere la "luna nera", e in effetti la luna è nera nel blu quasi da notte del cielo! Non solo, vi è anche una sorta di stella cadente che si muove verso l'orizzonte, io la indico e corro verso l'orizzonte andando a mettere i piedi oltre la zattera, sulla sabbia bagnata della collina sottostante che fa da "spiaggia" perchè si estende oltre la zattera.