mercoledì 28 luglio 2010

Nel futuro

Con la mitica Delorean sono andato nel futuro e mi sono ritrovato ad almeno 15-20 anni piu’ avanti in una città cambiata e vagamente inquietante.
Ho ritrovato alcuni amici che oramai mi davano per disperso e questi cercano di aiutarmi a tornare indietro nel passato.
A distanza di 20 anni però le cose non sembrano cosi’ belle: le abitazioni delle città adesso sono tutte interrate e sono costituite da stanze rotonde a “cupola” collegate tra loro da brevi corridoi (un po’ come le case scavate nel deserto nel film Guerre Stellari). Al livello del terreno invece vi sono sterminati prati dall’erba parzialmente secca e gialla e alberi di pioppo, il tipo paesaggio della pianura padana. Le cupole, pero’, dalla parte del soffitto risalgono oltre il livello terreno soprastante e guardando l’erba si notano le escrescenze sferiche sparse un po’ ovunque.
All’interno di queste abitazioni la temperatura è leggermente piu’ alta di quella esterna e tra di loro sono tutte collegate in modo tale da formare strade e piazze sotterranee. Vi sono anche delle uscite verso l’esterno ma sono poche e sempre deserte, rare volte le persone escono all’aperto, forse l’ambiente è troppo inquinato. Scorgo, su una parete di cemento posta a fianco di una di queste uscite, un annuncio grande quanto un poster pubblicitario un po’ strappato e un po’ sbiadito in cui compare il mio volto e sotto la scritta “disperso da piu’ di 5 anni”, penso che oramai tutti si siano dimenticati di me e che nessuno oramai possa riconoscermi, per tutta questa gente sono sparito improvvisamente e non sanno del mio viaggio nel futuro.
La giornata all’aperto è bella, il cielo è azzurro chiaro e il sole è luminoso, tipico del periodo primaverile, tutto è tranquillo ma vedo qualcosa che mi inquieta: una sorta di muro lunghissimo, grigio scuro che si perde all’orizzonte e che sembra la parete di una diga gigante: non si riesce a vedere al di là di questo muro da tanto che è alto e la cosa mi mette curiosità e allo stesso tempo mi inquieta.
I miei amici, invecchiati ma tranquilli, mentre cercano materiale elettrico e metallico da utilizzare per riportarmi nel passato, mi dicono che l’utilizzo dell’alcool è molto controllato, non lo si puo’ portare in giro e non lo si puo’ nemmeno portare all’aperto. La cosa mi fa ridere e con una bottiglia in mano di un alcolico non ben precisato mi incammino tra le “case” a cupola ed esco all’aperto, vedo un agente che si avvicina a me in modo tranquillo ma deciso. Che strano questo futuro, non sembra male ma non è neanche molto allegro, spero di ritornare indietro al piu’ presto.

martedì 13 luglio 2010

Prove non superate

Il mio amico Franco mi sta facendo fare una prova d'esame. Sia lui che io siamo vestiti in modo inerente all'esame: una sorta di tuta mimetica che funge anche da corazza, auricolare con microfono, congegni vari di dimensioni millimetrica disposti sulle braccia e monocolo a infrarossi. Un casco leggero completa la dotazione. L'esame consiste in piu' livelli (ben 20) e sono arrivato al sesto senza problemi: devo riuscire a intrufolarmi in un ambiente controllato da telecamere e personale armato in modo silenzioso, rapido e intelligente. L'ambiente ovviamente è simulato ma ben equipaggiato con tutte le diavolerie elettroniche per il controllo degli intrusi. Purtroppo non riesco a passare di livello, commetto ogni volta un errore: qualcuno mi nota, o taglio i raggi infrarossi con le mie gambe o le mie braccia, oppure faccio qualche rumore sospetto. La cosa è preoccupante, perchè il mio amico è ben allenato e continua a darmi suggerimenti per fare le cose meglio e quando procede a eseguirle sono semplicemente perfette, poi quando le faccio io sbaglio. Non capisco perchè, il mio animo pero' non è preoccupato e nemmeno allegro... insomma ci riusciro' prima o poi a finire questa esercitazione!

sabato 10 luglio 2010

...una parte minore

Faccio parte del cast di un film che utilizza effetti speciali avanzati e set vari all'aperto. Sebbene sia parte integrante del gruppo di attori che vi partecipa, mi viene data solo una piccola parte da recitare. Inoltre, durante le riprese in cui io non sono presente (che sono molte) ho la libertà di fotografare il backstage e le scene stesse riprese dal regista durante il "ciak".
Gli effetti speciali riguardano animazioni di oggetti reali e oggetti digitali. Purtroppo in alcuni momenti non riesco a fare foto adeguate a causa della scarsa luminosità o della rapidità con cui si svolgono certe scene: la mia macchina non è abbastanza potente per catturare gli attimi unici e interessanti delle scene piu' dinamiche.
Inoltre scopro, con tanto di malinconia e tristezza che ne conseguono, che l'attore principale è un mio amico di Suzzara che recentissimamente si è buttato nella "professione" secondaria di attore e che viene chiamato dappertutto per fare performance o collaborazioni con compagnie teatrali esistenti. Io continuo a domandarmi, senza risposta, per quale motivo lui sia diventato in così breve tempo tanto famoso da poter essere apprezzato e osannato. Non mi arrabbio per questo fatto, al contrario mi sento depresso e trascurato: neanche le foto riesco a fare bene.
Infine, dopo qualche giorno di lavorazione sul set e di post-produzione del film, mi ritrovo a camminare per una strada deserta di periferia di un imprecisato paese: sento delle voci che si avvicinano e riconosco alcuni ragazzi che hanno lavorato con me nel film, sono anch'essi attori, sono allegri mentre io sono pensieroso. Mi parlano dell'ultima scena del film descrivendomela come la più costosa e devastante mai fatta: hanno fatto letteralmente crollare un palazzo utilizzando piccole cariche esplosive distribuite su tutto il volume dell'edificio e durante il crollo (avvenuto perfettamente secondo copione), lo spostamento d'aria e le vibrazioni prodotte hanno fatto crollare altri 4 palazzi vicini nella stesa strada in cui si trovava il palazzo crollato, questi edifici sono crollati in stile "domino", uno alla volta e mentre uno crollava l'altro subiva vibrazioni e spostamenti d'aria e infine crollava. Solo uno resisteva, era una sorta di capannone di telo nero tenuto in piedi da una struttura metallica che lo ricopriva del tutto: la struttura elastica ha resistito e l'edificio è rimasto in piedi. Queste conseguenze impreviste non hanno impedito al regista di filmare tutto l'accaduto e riportarlo nel film.
E cosi' mentre parlo con questi ragazzi ci ritroviamo davanti al cinema in cui viene proiettata in anteprima la "prima" del film. Il regista apre il portone d'ingresso a due ante e raggiante ci viene incontro, il suo film ha avuto un gran successo ma io rimango indifferente.
Poco dopo mi ritrovo nell'ufficio del produttore, mi ha chiamato perchè mi vuole dire che faranno un seguito del film e che dovro' quindi essere presente ancora (ma perchè proprio io che sono stato quasi dimenticato?) e anche lui raggiante e un po' euforico gesticola con le braccia e infine tenendole aperte mi dice: "si si fara', i soldi ci sono!!!" ma io non voglio fare un altro film, non ho voglia di fare un'altra parte minore.... tuttavia tutto è deciso, ma in quel momento mi sveglio.

sabato 3 luglio 2010

Fuga dal compito in classe...e morte certa

In un'improbabile aula dalle pareti bianche e dall'illuminazione bassa che proviene da una finestra imprecisata, sono seduto davanti a un banco di scuola dalla superficie nera. Di fianco a me, su altrettanti banchi, vi sono un ragazzo e una ragazza. Anche loro studenti. Davanti a noi una insegnante severa che ci impone di scrivere un tema: oggi compito in classe. Io mi sono gia' preparato un mega bibliettazzo scritto addirittura su un moleskin dalla copertina anch'essa nera, in modo da confondersi con il banco, il foglio bianco che la professoressa mi ha dato copre il moleskine e mi permette di non destare sospetto. Comincio a scrivere qualcosa ma poi desisto e decido di fuggire, scappo letteralmente via dall'aula e correndo raggiungo la mia auto. Un'auto decappottabile americana nera che sfreccia sull'autostrada in modo oserei dire aggressivo. Mi sembra di essere in un film americano, dove il protagonista puo' pestare l'acceleratore quanto vuole e fare tutte quelle espressioni da uomo avventuroso con gli occhiali da sole e il sorriso beffardo.
A un certo punto mi fermo presso un distributore di benzina in mezzo alla campagna, è piccolo e in rovina, vi è solo un casottino in cui si entra per prelevare la benzina direttamente in una tanica per poi versarla nel serbatoio dell'auto. C'e' una donna che apre una sorta di rubinetto e un lavandino in pietra accoglie la tanica di benzina che scorre copiosa. E' una tanica strana, è fatta a forma di cubo dalle pareti di plastica ma senza maniglia e senza coperchio... ho chiesto 20 euro di carburante ma la tanica si riempie fino al bordo, devo cosi' tirare fuori una caraffa di vetro che porto sempre con me per riempirla del carburante rimanente. Che schifo, ora mi tocca rilavarla e non ci posso piu' bere dentro.
Vado all'auto e vuoto la tanica. Riprendo a correre come un matto, inseguo persone, alcuni sono amici con cui mi diverto, fino a che mi nota la polizia e comincia a inseguirmi. Io pesto sempre l'acceleratore e incurante di loro mi butto in direzione delle montagne.
Eccomi su un tornante a tutta velocità ma la strada è dissestata, in parte senza asfalto e soprattutto non vi è guard-rail sulla mia destra... sono cosi' preso dalla guida che dimentico ogni forma di prudenza e mi accorgo che sto per precipitare, le ruote di destra dell'auto oramai sono sospese nel vuoto e in quel momento tutto si ferma. L'auto rimane come sospesa a mezz'aria.
Non sono piu' io alla guida, ma sono seduto nel sedile posteriore, in mezzo, e vedo sui sedili anteriori due persone: al posti di guida di spalle c'e' una sorta di vecchio con testa pelata e capelli lunghi bianchi che partono da sopra le orecchie (sembra Leonardo da Vinci visto di spalle), vestito giallo semplice, e mani sul volante. Di fianco a lui... ci sono io, quello che ha guidato fino a un istante fà.
L'uomo alla guida dice al me stesso al suo fianco: "ecco, la tua vita adesso è finita, potevi stare piu attento e invece hai fatto il deficiente. Siete sempre cosi' stupidi a fare queste cose.".
E mentre osservo questi due, l'auto riprende la sua traiettoria e precipita verso il basso...tutto si fa bianco e mi sveglio.