martedì 7 settembre 2010

Fuga dalla cascina

Siamo nella bassa padana, vicino a mantova in un periodo che sta a cavallo tra il tardo '800 e i primi anni del '900 e vengo svegliato da alcuni uomini vestiti come ci si vestiva all'epoca, riconosco l'inconfondibile cappello a cilindro nero tipico di quella epoca. E riconosco pure che questi sono personaggi di una certa importanza nella società. Il loro tono di voce è deciso, fermo, e in qualche modo sono venuti a prendermi o forse solo a verificare che io sia in regola (in regola con cosa? non lo so), io mi alzo e poi li derido, si perchè io so di trovarmi in questa epoca e venire da lontano, dal giorno d'oggi, il 2010. Li tratto con sufficienza e loro si sentono presi in giro, credono sia un barbone ma io so che se voglio posso far comparire oggetti e soldi perchè sono superiore a loro, poveri ignoranti provinciali del secolo scorso. Li derido dicendo che ho pure un maggiordomo e un'automobile che loro si sognano, ed essi la vogliono vedere subito! Cosi' scendiamo al piano terra, usciamo fuori e andiamo verso una sorta di grande fienile/stalla in cui i contadini che lavorano per me, sporchi e brutti, tirano con un po' di fatica una corda grande e lunga alcuni metri che traina un'automobile anni '30 nera, dalle ruote sporche di fango misto a fieno e ricoperta di polvere.
Eccola la mia auto, credevo di averne una fiammante lucida e pronta per la fuga e invece mi devo accontentare di questa, i due individui non sono ancora contenti ma a questo punto lasciano perdere e se ne vanno, io mi ritrovo in questa stalla molto grande dal pavimento in terra battuta ricoperto parzialmente di fieno per tutta la sua area e dentro la stalla vi sono insieme a me questi contadini un po' sporchi e vestiti alla buona e ce n'è uno in particolare, con una sorta di camicia bianca pulita e pantaloni lunghi neri, ha i capelli castano scuro lunghi e un'età cui 40-50 anni. Parla che sembra che deliri e ha nel suo modo di parlare e nel modo di muoversi qualcosa che mi inquieta. Se ne sta seduto su una specie di masso sul pavimento e sta squartando un pollo spennato, vedo le interiora coperte di sangue, alcuni pezzi di carne piccoli vicino a lui sul pavimento e un po' schifato mi allontano da lui camminando dentro questa stalla... incontro un'altra carcassa di pollo semisotterrata nel pavimento e dall'aspetto capisco che è piuttosto recente... proseguo a camminare li dentro e scopro dei cumili di terra semicoperti dal fieno che altro non sono che ultriori carcasse che quest'uomo ha sotterrato nelle settimane precedenti. La cosa è inquietante e squallida, provo una sorta di nausea e capisco che quest'uomo è un pazzo e devo assolutamente allontanarmi da li, fuggire via da questa casa e riuscire a tornare nella mia epoca. Comincio a correre, esco dalla stalla gigante, sono nell'aia della casa e scopro che il sole volge al tramonto, sembra un pomeriggio di inizio estate ancora fresco. Mi accorgo pero' che qualcosa mi tira: è un nastro rosso legato al pollice (di cui prima ignoravo l'esistenza) di quelli che si usano per confezionare i pacchi regalo, un lunghissimo nastro rosso che mi tiene legato a qualcosa che va in direzione della casa: è una sorta di guinzaglio che mi ha applicato quell'uomo: capisco di essere la sua prossima vittima, come il pollo e che prima o poi mi fara' del male. Riesco pero' a liberare il dito dalla stretta del nastro e a scappare oltre l'aia, ci sono pero' altri fili di nylon che ostacolano la mia corsa, disposti in modo tale da delimitare l'area occupata dall'aia...per fortuna oltrepasso anche questi e scappo via, l'uomo oramai mi guarda da lontano e io mi sento gia' meglio.

Oggetto inutile

Sono in un megastore di quelli che si trovano al giorno d'oggi, e mi trovo nel settore informatica, ho acquistato alcune cose "piccole", ovvero qualche chiavetta usb o cavo usb o mouse, non so dirlo con esattezza. Sto guardando una serie di scaffali piu' alti di me dal colore rosso scuro su cui sono poggiati diversi netbook, un commesso giovane di fianco a me mi sta spiegando le caratteristiche di uno di questi computerini. Mi sta convincendo ad acquistarne uno e mi mette la scatola del computer in mano, provo una sorta di soddisfazione mista a rifiuto nell'avere quell'oggetto nuovo in mano, ma poi ritorno in me e metto giu' la scatola dove era, perchè mi viene in mente che esiste gia' un modello successivo con processore a doppio core e soprattutto non mi va di spendere ben 139 o 289 euro (non ricordo esattamente, se non che finisce con 9 il prezzo) per un piccolo computer che non mi serve proprio, ne ho gia' fin troppi in casa, che ci farei con un netbook se non navigare in internet e scrivere 2 righe di testo?

sabato 4 settembre 2010

Sparare

“Tu punti il fucile, e quando loro lo tirano fuori dalla scatola e lo lasciano cadere, gli spari. Semplice.”
Così mi viene detto da un non ben precisato individuo dalla voce pacata ma che di sicuro nasconde un passato fatto di azioni violente e illegali/immorali.
E cosi’ prendo su la mia scatola di cartone, di dimensioni tali da poter stare sotto a un braccio e su cui vi è incollato sopra un adesivo con scritto il nome, in caratteri grandi, di una compagnia di ragazzi che fanno intrattenimento alle rievocazioni storiche medievali.
Arrivo a destinazione ed entro in una particolare stanza di un edificio: l’illuminazione è al neon, uniforme ma non vedo il soffitto ne’ le luci (forse sono posizionate molto in alto), i quattro muri sono coperti da piastrelle semi-lucide bianche e io sono su una sorta di corridoio fatto di metallo bucherellato, simile a quelle strutture delle scale delle uscite di sicurezza, sospesa circa a meta’ della stanza. Sotto di me, il pavimento grigio e uniforme. Sembra la stanza di un macello, e in effetti sono li’ per uccidere animali.
Ad attendermi su questa piattaforma vi sono altre 4-5 persone sui 30 anni vestite alla buona, camicia marrone scura stropicciata e jeans, barba di 3 giorni per esempio e una espressione del loro viso tipica da farabutto.
Appoggio la mia scatola su un tavolino che si trova anch’esso su questa piattaforma e tiro fuori il mio fucile e le cartucce. Porgo la scatola vuota a uno di questi malviventi che notando l’adesivo assume una espressione inequivocabile e dice: “no, meglio nascondere questa scatola, anzi, distruggiamola”.
Vicine a noi vi sono altre scatole piu’ grosse impilate una sull’altra in modo da formare una sorta di mucchio: una di queste scatole viene presa, viene aperta e ne viene tirato fuori un maialino dal colore marrone che presenta una leggera peluria (assomiglia vagamente a un cinghiale). Il maialino viene lasciato andare e corre via lontano da noi, verso la porta di uscita ma non fa in tempo a raggiungerla che io ho gia’ puntato il fucile e ho gia’ sparato, la pallottola lo centra ed egli muore all’istante. Il fucile non emette il classico suono dello sparo, ma solo un piccolo rumore sordo.
Questa procedura si ripete diverse volte, un maialino sfugge pure al controllo e devo freddarlo da lontano usando il mirino del fucile come se fossi un cecchino, ma sono bravo e lo centro quasi subito.
Mi sento strano a fare questa cosa, perchè so in cuor mio che sto compiendo qualche atto illegale o immorale, non so perchè lo faccio, qualcuno me l’ha ordinato con la forza credo.
Entra ad un certo punto un uomo di colore, alto, grosso e pelato, vestito meglio di noi, parla lentamente e con sicurezza e mentre sono li che uccido quegli animali lo sento parlare con gli altri individui: parla delle sue avventure con donne e delle sue “missioni” in cui ha ucciso persone. Non mi piace per niente costui, e avverto che sta per succedere qualcosa di molto spiacevole a me e a tutti gli altri. Infatti uno degli uomini che sta parlando con lui a un certo punto tira fuori una sorta di coltellino e infilza colui che si trova di fianco, io ho ancora il fucile in mano mezzo carico e mi allontano temendo per la mia vita ma nello stesso tempo sparo un colpo all’uomo di colore che ci vuole ammazzare tutti. Cade, sembra che svenga, poi si rialza, barcolla, zoppica e mi insegue (oramai ci troviamo sul pavimento sottostante io e lui) perchè il colpo non ha leso in modo grave il suo fisico possente, allora riesco a sparare un altro colpo e finalmente cade a terra... tutto è ancora confuso perchè lassu’ sulla piattaforma si stanno ammazzando ancora, e tutto ciò non è bello, anzi, è una situazione bruttissima in cui non so ancora se ne verrò fuori.