domenica 30 dicembre 2007

Incontri interessanti

E' un pomeriggio d'estate. Mi trovo a camminare a caso, senza seguire un percorso prestabilito, sui prati in pendenza di alcune colline, intorno a me ci sono alberi di pino, piccoli che non fanno ombra. So che nella zona in cui mi trovo ci sono abitazioni, quindi sto tranquillo perchè non sono disperso in qualche posto sperduto. In certi punti la pendenza aumenta e si fa un po' fatica a proseguire, ma è per brevissimi tratti. Passo vicino ad una casa molto vecchia, abitata da una donna anziana dall'aspetto arzillo, la casa è un po' a pezzi all'esterno, un po' come le vecchie case di campagna dai muri scrostati e dall'intonaco caduto a terra. La donna anziana è all'esterno della casa, sotto una tettoia obliqua anch'essa connessa alla casa e sorretta da una parete nell'altra estremità. Ha notato che stavo arrivando e sembra che si sia quasi preparata a ricevermi, sta in piedi e davanti a lei c'e' una vasca di pietra rettangolare, di quelle classiche che si vedono in montagna per raccogliere l'acqua delle fontane. Sotto alla tettoia (una sorta di gazebo molto spartano e rustico) c'e' ombra e fresco ma io non vado da lei e decido di tornare indietro e scendere un po' la collina. Sento qualcuno dietro di me che arriva correndo, mi giro e riconosco A., un ragazzo che non vedevo da anni, lui mi saluta e io ricambio volentieri sorridendogli: "Ciao!!". Mi guarda negli occhi mentre mi saluta, è sereno, il viso è giovane, quello di 10 anni fa...(nella realtà non lo vedo più da anni), è in tenuta sportiva, prosegue la sua corsa giù per la collina e io mi volto a guardare la casa di prima. Mi incammino verso di essa e una volta arrivato mi avvicino molto di più alla vecchia donna, che sorridendo mi porge un bicchiere d'acqua fresca preso direttamente dalla vasca d'acqua limpida (con annessa fontana) che ha davanti. Mi spiega che è abituata a vedere ragazzi che corrono in prossimità della casa e da sempre alcuni si fermano a chiederle se possono bere un sorso della sua acqua della fontana, così lei si è abituata a questo via-vai e si aspetta sempre di vedere qualcuno stanco e assetato. Si siede sotto al gazebo con una tazza sempre in mano (di quelle grandi da caffè americano) pronta a riempirla e a porgerla allo "sportivo" di turno.
Io non ricordo di avere bevuto l'acqua, ma comunque era molto bello stare con lei a scambiare 2 parole sotto a quella tettoia; nel giro di un minuto sono arrivati altri suoi compaesani a fare due chiacchiere: l'atmosfera era allegra, serena, genuina. A un certo punto questa signora mi dice: "hey, guarda meglio il panorama che c'è qua, non è uno spettacolo?" e mi invita a sporgermi al muretto del gazebo, guardo e mi si para davanti un panorama mozzafiato: campanili di vari stili e di tutte le altezze, case bellissime tipiche delle zone montane, in lontananza montagne splendide che fanno da sfondo, un cielo chiarissimo e i raggi del sole che illuminano tutto in modo straordinario. La casa è come se si trovasse su una cima di una montagna e a strapiombo sotto di lei, dal gazebo, è possibile ammirare tutto questo. Stupito e emozionato dico: "Cavolo, ma questa è Volta Mantovana, è bellissima vista da qua, devo assolutamente fare delle foto, vado a prendere la mia Nikon Coolpix 3500!!" e così mi ritrovo in mano una specie di piccolo zainetto con dentro la macchina fotografica. Devo sbrigarmi perchè il tramonto è cominciato e poi stanno arrivando delle nuvole che copriranno il sole. La batteria è scarica, così mi tocca tirare fuori il caricabatterie e cercare li all'aperto sotto al gazebo una presa elettrica: la trovo ma è grossa, tiro fuori anche la riduzione e infine finalmente inserisco la spina del caricabatteria ma... la spina si rompe, i due contatti elettrici da infilare nella presa vengono via, cadono per terra, li raccolgo e cerco di riavvitarli sulla spina, ma appena provo ad avvicinarmi alla presa ecco che saltano via!!!!
Cosi' non riesco a fotografare, e' un vero peccato, uno spettacolo così non si vede tutti i giorni. Nel frattempo però capisco di essere simpatico a tutti i presenti, e mentre un po' mi dispiace per le foto vedo arrivare una ragazza dai capelli castani lisci e lunghi fino quasi alle spalle, gli occhi marroni e vispi, una maglia di cotone a maniche lunghe rossa che le sta molto bene: avrà forse 25 anni, mi si para davanti e con un viso solare mi guarda e mi dice: "Ciao, io sono rimasta l'ultima del paese, quella che...insomma si hai capito, single, perchè non mi... dai insomma si tu adesso devi...." e le dico: "si ho capito, allora quando usciamo?", è molto carina e mi sembra una persona di buon cuore e sincera, è felice di uscire con me. Come non dire di no?

sabato 29 dicembre 2007

C’e’ fermento nelle terre di Arazzus. Il popolo e’ agitato, si dispera e non sa piu’ come far fronte alla decadenza irrefrenabile che da diverso tempo invade il paese.

Anche il sovrano Feanor e’ estremamente preoccupato e teso, la citta’ che tanto ama sta attraversando un lungo e difficile periodo segnato da fughe di sudditi, pestilenze e una guerra che oramai e’ prossima a cominciare.

La prosperita’ e la felicita’ sono quasi del tutto un ricordo. Feanor non riesce a darsi pace: il NOLOC, l’oggetto gelosamente conservato e protetto nella torre di Arazzus e’ stato rubato. Il Noloc da secoli contribuisce con il suo potere benefico e puro a mantenere la vita, la prosperita’, la serenita’ e la pace.

Un individuo senza scrupoli, mosso da invidie e gelosie e’ riuscito a eludere le protezioni della torre e ha rubato questo oggetto. Nessuno sa chi e’ stato, e inoltre pochi sanno come sia fatto veramente il Noloc: e’ un oggetto antico le cui dimensioni ne permettono facilmente l’occultamento, null’altro si sa.

Si dice che Orbus, un eremita che abita da sempre nei boschi di Semil, conosca veramente come e’ fatto il Noloc e il potere e l’energia che esso riesce a sprigionare: questo vecchio, che vive a contatto con la natura e si veste in modo povero, e’ l’unico che puo’ aiutare il sovrano a ritrovare l’oggetto perduto. Orbus da solo non puo’ fare molto, cosi’ decide di recarsi da Feanor per proporgli una sorta di piano: Orbus sa che servono le forze congiunte di persone coraggiose e determinate, persone che possono unire la loro magia per trovare e sconfiggere colui che ha rubato il Noloc. Feanor e’ disperato, appoggia questa proposta senza esitazione e su consiglio di Orbus ordina ai messaggeri di trovare e convocare al piu’ presto la Grande Casata dei Druidi, degli Arcimaghi e degli Stregoni capeggiate da Thorgar, Oberon e Radagast.

Questi ultimi arrivano a cavallo e non fanno in tempo a varcare l’ingresso del castello che Feanor corre verso di loro e compiendo un gesto ignobile per un sovrano si inginocchia e li implora di aiutarlo perche’ non puo’ piu’ sopportare di vedere la sua terra in sfacelo.

I capi delle casate comprendono la situazione, conoscono Feanor e sanno che e’ un uomo di buon cuore: promettono di aiutarlo senza condizioni, sanno di essere per lui l’unica speranza di poter far risorgere Arazzus, oramai a un passo dall’oblio e dalla disperazione. Le casate posseggono poteri e saggezza e i maghi, grazie agli oggetti e le tecniche che li contraddistinguono l’uno dall’altro, sono pronti alla sfida.

Non c’e’ piu’ tempo ora per pensare, bisogna agire, subito!

giovedì 27 dicembre 2007

Il mio primo lavoro

Vengo assunto in una azienda della zona della mia città, in periferia probabilmente. Sono al mio primo giorno di lavoro, sono teso quanto basta e un po' in soggezione, tuttavia pero' sono contento di essere li. Il luogo fisico in cui mi trovo è costituito da un'enorme capannone (come quelli prefabbricati) il cui interno è tutto bianco, soffitto compreso. Muri bianchi, scrivania bianca, mobilio bianco, monitor bianco. Sono seduto a una scrivania davanti a un monitor di pc, con mouse e tastiera ma non faccio nulla di interessante finchè non mi chiama il direttore dell'azienda. E' una persona affabile e buona ma vuole che i dipendenti si impegnino nel lavoro. Vado da lui, lo trovo con altri ragazzi dell'azienda seduto a un tavolo lungo (anch'esso sempre bianco), mi allunga un foglio e mi fa sedere. Guardo il foglio (che ha consegnato anche a tutti gli altri), è una planimetria dell'azienda con muri e uffici segnati, c'e' pure disegnata la parte dedicata all'officina vera e propria (io mi trovo negli uffici) che si trova di fianco al nostro stanzone di ufficili, divisa da un muro portante. Il capo mi dice che deve fare spazio negli uffici e che ci ha chiamati perchè così noi possiamo proporre idee su eventuali muri da buttare giu o cambiare la disposizione del mobilio interno. Io propongo di buttare giu un muro inutile che farebbe aumentare lo spazio interno di un metro rispetto alla dimensione attuale: tuttavia è una idea pessima, me ne rendo conto dalla faccia che fanno tutti e mi zittisco...cavolo già al primo giorno di lavoro mi tocca fare una figura barbina...
Poi torno alla mia scrivania, una dipendente arriva, mi consegna una cartellina che contiene diversi fogli, sulla cartellina c'e' scritto: "Da approvare assolutamente entro la mattina". Io non so cosa devo fare, ma poi so che c'e' una donna seduta a una scrivania che è addetta ad "approvare" i documenti, porto la cartella da lei, ed ecco che tira fuori un timbro (di quelli rotondi) gigante che ha diametro di una spanna, lo preme con un colpo deciso sulla cartellina e poi mi riconsegna il tutto. Ritorno alla mia scrivania ed ecco che mi ritrovo altri faldoni da far approvare. La procedura va avanti per un pò fino a quando il capo mi richiama nel suo ufficio: ha una televisione e permette ad alcuni dipendenti (sempre giovani) di guardare la tv appoggiando i piedi sulle poltrone. E' veramente un uomo buono, ma la mia soggezione non se ne va. Mi dice che dopo aver approvato i documenti li devo ordinare basandomi su un numero di due cifre scritto a mano sulla cartellina stessa in alto a destra: prende i miei faldoni e mi fa vedere come si fa 35, 36, 37... a volte i numeri mancano e bisogna arrangiarsi. Poi prende queste cartelline e le appende a un muro del suo ufficio!! Io lo ascolto, dico che ho imparato e torno alla mia scrivania... Intanto girando per l'enorme stanzone conosco anche altre dipendenti, ragazze che mi guardano in modo interessato e che mi fanno un sorriso caldo che non è solo di cortesia...
Poi mi sveglio, non mi ricordo più nient'altro...

martedì 25 dicembre 2007

Pecore in mezzo alla strada!

Sogno del 25/12/2007

Sto guidando con la Golf in direzione Mantova, sono sulla ex Cisa e sto per arrivare a Cerese. Tutto ciò che sta attorno a me è diverso dal paesaggio originale, ma io so cheil luogo è quello corrispondente a realtà. La strada è deserta, il cielo è grigio chiaro ma non tende ad alcun temporale o annuvolamento. In un tratto rettilineo della strada sono costretto a rallentare: un gregge di pecore misto a capre se ne sta in gran parte sul ciglio alla mia destra della strada, una minoranza invece (5 o 6) se ne stanno proprio in mezzo, di fronte a me. Rallento tantissimo e dico tra me e me: "ma cavolo che succede qui, dove è il pastore? è pericoloso, roba da chiamare i vigili o qualcun'altro al cellulare!". Tuttavia gli animali si spostano abbastanza rapidamente dalla strada (andando sempre sul ciglio) e io posso proseguire.
Proseguo ancora nel tratto rettilineo: la striscia centrale che divide le due corsie è ontinua e bianca ben definita. A un certo punto mi devo immettere in una strada secondaria che si trova alla mia sinistra e mi ritrovo in un luogo montano: la strada si stringe un pochino (pur rimanendo asfaltata e con strisce annesse), alla mia sinistra c'e' una parete di roccia alta, alla mia destra invece un fottìo di casette, tutte ammassate l'una sull'altra, piccole, "incastonate" in un'altrettanta parete di roccia di montagna. Le case che poggiavano sul terreno si trovavano più "in avanti" rispetto a quelle ai piani superiori che rientravano sempre di più nella roccia.
In mezzo alla strada e sul ciglio, ancora tante pecore e qualche capra. Mi tocca rallentare tantissimo e preoccuparmi della presenza di questo gregge, è già il secondo che mi si para davanti!!!
Proseguendo nella guida, alla mia destra vicino a una di queste case a pian terreno, vedo M.P.: è vestito con jeans blu scuri e una camicia azzurra tendente al blu, parla con qualche "paesano" del posto e gesticola a braccia tese mentre nello stesso tempo guarda il gregge. Sembra che lui ci viva in questo posto perchè non gli da fastidio il gregge, anzi ci sono alcune pecore che, trotterellando, gli sfiorano le gambe. Lui le guarda e non è per niente irritato.
Poi mi sveglio...

Che ci faccio in questo ufficio?

Microsogno pomeridiano del 24/12/2007

Mi trovo in ufficio di un ente pubblico, forse è l'URP della mia città. Sono seduto su una sedia, davanti a me c'e' una piccola scrivania con un computer acceso, il monitor mi sembra che mostri un documento Word aperto. Il monitor è CRT, bianco, da 15 pollici, sotto di lui c'e' una tastiera e a fianco un mouse. Sempre sulla destra, c'e' un sacco di scartoffie ovvero una pila di fogli A4 di moduli vari. Un foglio, invece, sta appoggiato sulla tastiera di questo computer. Di fianco a me, a sinistra, è seduta la Vale che per pura curiosità prende possesso della tastiera e comincia a scriver qualcosa e a muoversi con il mouse. E gli dico: "Ma no dai lascia stare chi se ne frega!". Vedo arrivare verso di noi un'uomo che lavora in questo ufficio, ha una faccia brutta e insignificante da "uomo d'ufficio pubblico", avra' almeno 50 anni, ciglia nere, pelle un po' scura, pantaloni marrone chiaro e camicia bianca. Forse fuma da decenni. Si siede al di la della scrivania, in fronte a noi e mi chiede chi sono, mi guarda male perchè stiamo utilizzando quel "suo" computer e sento di essere in una situazione un po' bruttina data la figura che stiamo facendo. Voglio fuggire da questa situazione e allora tutti gli oggetti intorno a me diventano sagome rosse su fondo nero, le voci si allontanano fino a scomparire e poi mi sveglio.

lunedì 17 dicembre 2007

Bad Boys

Sogno fatto il primo aprile 2004

Ho sognato di essere alle scuole medie che ho frequentato anni fa ma di avere circa l'eta' di adesso (27). Giravo per la scuola con altri amici e venivo maltrattato con giochi pericolosi, scherzi, ordini da nonnismo militare da altri ragazzi un po' piu' grandi di me che dall'aspetto fisico sembravano un po' palestrati. Erano belli, vestiti sportivi alla moda e sempre puliti, dei figli di papa' per intenderci. Questi ragazzi ci comandavano, si divertivano a farci del male e prendendosi gioco di me e degli altri miei amici. A me davano fastidio, mi facevano venire una rabbia incredibile...

Conoscendo altri ragazzi maltrattati sono riuscito a procurarmi da loro una pistola di metallo lucido riflettente a tamburo con canna lunga (tipo quelle da film esaltati americani). Con piu' coraggio allora passo per il corridoio di questa scuola in mezzo ai ragazzi "cattivi", tiro fuori la pistola, carico il grilletto e la punto verso di loro ma subito ecco che 3 di questi ragazzi tirano fuori rapidamente la loro di pistola (che tenevano nascosta) e me la puntano contro, rimaniamo 2 secondi a guardarci tutti in faccia con le braccia tese e le pistole puntante. Poi io abbasso la mia perchè so che finirei male di sicuro.

Proseguo il mio cammino e faccio alcune considerazioni: non posso usare la pistola liberamente, devo stare attento, al massimo posso sparare per aria per spaventarli. La pistola è quasi carica del tutto, ci sono ben 11 colpi nel tamburo e i proiettili sono simili a delle pile stilo, soltanto che sono messe al contrario (con il polo positivo rivolto verso di me) e non possono essere sparate... Ma prima o poi glie la faro' pagare a quelli la'....

Poi il sogno è sfumato.. non ricordo altro...

Solitudine e guerra

Sogni fatti l'11 ottobre 2003

Primo sogno
Sono nella piazza della mia città e mi metto a camminare per le stradine piccole e poco frequentate che la circondano. Ad un certo punto salgo delle scale e mi sono trovo in un posto che ha un'aspetto po' medievale tutto in pietra e porfido. Mi fermo a guardare dei grandi buchi nel pavimento che non sono altro che delle aperture nel soffitto della chiesa che si trova sotto i miei piedi, queste aperture sono piu' o meno grandi (e naturalmente chiuse da uno spesso vetro infrangibile), mi sembra di scorgere le persone che sono all'interno della chiesa sotto di me. Arrivano persone dalla scalinata che ho percorso un attimo prima: sono coppie, sono felici e vestono bene, capisco che adesso andranno a festeggiare e a divertirsi mentre io rimarro' da solo a girare per le strade...

Secondo sogno
Mi trovo, temporalmente parlando, in un'anno imprecisato durante la seconda guerra mondiale.
Mi guardo intorno e vedo 2 bambine piccole, una ha un braccio rovinato che non puo' muovere e l'altra glie lo tiene sollevato perchè in questo modo "gli fa meno male". Dico loro che devo portarle all'ospedale altrimenti il braccio peggiorera'. Mi guardo ancora intorno e capisco di essere nella periferia di Verona e so che quindi un ospedale lo trovero' sicuramente e in tempo breve. Li dove sono io ci sono delle case all'ombra di alberi, io sono un po' sudato e mi scappa la pipi', entro nella prima casa che mi trovo di fronte e vado in bagno, poi ci vanno le bambine, esce la proprietaria che non si arrabbia e che ci lascia fare vista la situazione in cui ci troviamo, così entriamo e ci sistemiamo in un'altra stanza di questa casa. In questa stanza ci sono io, il mio collega (spuntato fuori all'improvviso, ma non so chi è nonostante sia famigliare), le 2 bambine e una signora di 50anni seduta su una vecchia poltrona. Io comincio a parlare del futuro dicendo loro che verranno inventate tante cose incredibili, che io provengo dall'anno 2003 e che loro non si immaginano neanche cosa ci sara' nel 2003, dico sempre a loro che non esistono e che sono una creazione della mia mente, che li sto sognando e che sono felice di averli conosciuti. La signora 50enne mi dice che nel 2003 non ci sara' nemmeno perchè sara' gia' morta e allora mi commuovo per questo. Sento che il tempo sta scadendo, tra la realta' e il sogno saluto queste
persone, dico a loro di essere stato contento di averli conosciuti e apro gli occhi, il sogno finisce, sono sveglio.

giovedì 13 dicembre 2007

Un giro in Fiesta sull'argine maestro

Sogno di settembre 2007
Il luogo a cui faccio riferimento esiste realmente e sono sempre stato curioso di visitarlo, per quanto sobrio esso sia... ancora non ci sono stato.

Sto guidando la "non più esistente" Fiesta grigio metallizzato sull'argine maestro in zona Villa Saviola in direzione Motteggiana. Seduto di fianco a me sul sedile anteriore ci sta l'Ambro, io gli sto parlando di un posto interessante da vedere che si trova in golena di fianco alla "parete" dell'argine che stiamo percorrendo, gli dico che si trova precisamente in un punto dove l'argine (e di conseguenza la strada sopra di esso) fa una specie di rientranza per poi tornare a essere "dritto" come una muraglia. Arriviamo nel luogo descritto e giro a destra per immettermi in una strada sterrata in discesa che ci porta in zona golenale direttamente in fianco all'argine, tale strada pero' non scende rapidamente ma fa una lunga curva verso destra con leggera pendenza in discesa. Non raggiungo la golena e decido di parcheggiare l'auto sul lato sinistro di questa strada sterrata (di cui non vedo la fine). Esco dall'auto da solo, lascio l'Ambro ad aspettare e proseguo a piedi. Il cielo si annuvola, nuvole da pioggia di fine estate. Mentre cammino osservo che vi sono alberi ai lati un po' come in montagna e subito dopo sul lato sinistro in lontananza scorgo un masso in cui vi è seduto sopra qualcuno di schiena. Raggiungo il masso e mi metto di fronte alla persona seduta per vedere chi è, è il mio amico Ferro. Indossa una sorta di poncho o k-way di colore verde scuro spento, ha il cappuccio sulla testa, il braccio destro piegato con il gomito sulla gamba destra e la mano stretta a pungo che sorregge la testa da sotto il mento. Ha una espressione triste, il suo guardo è perso nel vuoto e pronuncia frasi con tono altrettanto triste che io non comprendo, sembrano pensieri a voce alta. Intanto vengono giu' i primi goccioloni di pioggia e lascio il Ferro li da solo a parlare, mentre io torno a piedi verso l'auto...

Dai Max, vieni!

Sogno di questa notte, 13 dicembre 2007.
Negli eventi senza senso del sogno che sto facendo, mi imbatto in qualcosa che prende la mia attenzione e che segue un filo logico.


Improvvisamente, mi ritrovo tra le mani un volantino che il mio amico A. mi ha spedito da 2-3 giorni. E' un volantino costituito da un foglio A4 piegato in due, in modo da formare quattro "facciate". Il foglio del volantino è di colore arancione ed è costituito da frasi scritte con colore bianco con un font piccolo in stile grassetto.
Guardo con attenzione la prima facciata (ovvero la "copertina") del volantino piegato e poi lo apro per guardare anche la seconda facciata: le diverse frasi scritte dal mio amico riguardano i suoi pensieri e le sue considerazioni fatte riguardo a esperienze ed eventi che ha vissuto in prima persona o si è limitato ad osservare negli ultimi 10 anni della sua vita, ovvero nell'intervallo di età che va dai 20 ai 30 anni.
Leggo questi pensieri lunghi 2-3 righe al massimo separati da una interlinea vuota l'uno dall'altro e intanto, in base a quello che scrive, cerco di immaginare gli eventi a cui fa riferimento cosi' come li ha accennati. Concordo su ogni frase che dice, quasi come se fossero massime o proverbi o citazioni famose e riconosco il suo inconfondibile stile di scrittura. Non posso che dare ragione a ciò che scrive, concordo con lui su tutto.
Infine, dopo le suddette frasi, vi è un invito: è come se fosse lui a parlarmi perchè sento la sua voce che ripete le stesse identiche parole che leggo sul volantino: "Dai Max, vieni anche tu. Mi trovo qui, ti faccio vedere sulla cartina il punto in cui mi trovo, la freccia indica il luogo". E infatti, sulla terza facciata del foglio vedo una sorta di continente, sembra la parte nord dell'Africa e la freccia indica un punto che sta piu' o meno nel Marocco, sulla costa bagnata dal Mar Mediterraneo. Vicino al punto ce ne sono altri più distanti in linea retta che stanno a indicare altre città sempre sulla costa, dei segmenti blu congiungono questi punti e rappresentano la strada principale che serve per collegare tali città.
L'evento mi da' quasi una scossa...capisco che sono arrivato a un momento importante in cui devo fare delle scelte.

martedì 11 dicembre 2007

In auto con il "nemico"

Sogno di fine settembre 2007, le persone e alcuni fatti a cui faccio riferimento esistono realmente

Saranno le 10 del mattino e sono in automobile, seduto a lato passeggero, sedile anteriore. Sto guardando avanti e guardo la strada di una città del mantovano che sto percorrendo. Mi giro per vedere chi guida perchè sento uno alla mia sinistra che parla e riconosco subito lui, quel ragazzo con cui ogni tanto facevo dei giri in auto. Riconosco anche l'auto, è la sua auto. Mi sta parlando normalmente, come accadeva in passato. Pero' subito mi allarmo e penso tra me e me: "io non dovrei essere qui, è impossibile che io sia qui di fianco a lui, cosa ci faccio qui!", e poi ancora: "ma come fa a chiacchierare come se niente fosse, dato che solo qualche mese fa mi ha offeso e mi odia per quelle sue insulse ragioni, si vede che fa finta che sia tutto finito! E se lo sa la mia amica che sto ancora qua con lui che penserà di me?". Sono allarmatissimo e a disagio e devo assolutamente fare qualcosa, scappare subito! Cosi' a un certo punto lui si ferma perchè nella strada ci sono dei lavori in corso, io con una scusa esco dall'auto e mi dirigo alla mia destra, verso un edificio di colore giallo chiarissimo quasi bianco, entro in una porta, una porta piena di luce... e mi sveglio.

Castello a due torri con sotterranei

Sogno fatto nel mese di ottobre 2006

Mi trovo di fronte a un castello con 2 torri imponenti, quadrate, uguali, con i mattoni a vista e il tetto rovinato, un po' sfondato. In entrambe le torri c'e' una grande apertura alla base che da in un corridoio sotterraneo. E' aperto al pubblico e vicino all'entrata c'e' molta gente.

Nella torre alla mia sinistra l'apertura conduce a un corridoio sotterraneo ampio e lungo in cui son stati ricavati negozi, si entra e si gira come dentro a un centro commerciale, a destra e a sinistra vedo negozi e il soffitto non e' altissimo, saranno 3 metri. Tutto il corridoio e' illuminato senza eccessi, le pareti sono bianche. Anche nella torre di destra c'e' un corridoio lungo sotterraneo e alcuni dicono che i due corridoi si ricongiungono ma nessuno sa come, e' quasi un mistero.
Infatti, nel corridoio sotterraneo della torre di destra non c'e'niente, solo pareti bianche, solo ambienti di negozi vuoti, tutto vuoto, solitudine, non ci va dentro nessuno. Allora io ci provo a vedere se si uniscono, lo faccio entrando nella torre di sinistra, percorro il lungo corridoio frequentato da gente cercando di vedere se curva verso destra per collegarsi all'altro, ma invano, niente. Anzi mi perdo in qualche diramazione del corridoio stesso. Quando arrivo a una accenno di curva a destra ecco che il corridoio finisce in un ristorante, entro nel ristorante e mi dirigo verso la cucina per vedere se trovo qualche passaggio segreto o scantinato tra i muri (bianchi anch'essi) ma niente. Torno indietro verso l'uscita ma prima di uscire all'aria aperta mi perdo ancora in qualche breve diramazione.

Il castello, visto da una distanza con cui e' possibile guardarlo per intero (di facciata) è imponente, ma i tetti delle torri sono "mangiati" e si vede bene che sono in rovina. Fuori l'ambiente è soleggiato, sole di maggio direi, di meta' pomeriggio. Il castello è circondato in lontananza da colline verdi e cmq anche il castello stesso si trova ai piedi di una zona collinare, presumibilmente del veneto.

Tombe di un cimitero immerse in uno strato d'acqua

Un sogno che mi ricordo ancora, fatto nel mese di febbraio 2003

Mentre stavo per passare sopra ad un cavalcavia della mia citta' (o meglio, in periferia dove ci sono i campi coltivati) mi volto a guardare alla mia sinistra e in mezzo a un campo verde vedo un piccolo cimitero che occupa un'area quadrata in cui vi sono tante tombe di vario colore disposte ordinatamente, le cui lapidi non affiorano dall'acqua perchè quasi tutte sono disposte solo orizzontalmente ma la curiosita' e' che il "piano" di questo cimitero è circa 30 cm sotto al livello della strada e dei campi e uno strato d'acqua ricopre per intero questo "dislivello" facendo intravedere poco le tombe, solo quelle con lapide disposta in verticale
affiorano dall'acqua.
Vicino a questo cimitero, che lo precede rispetto al punto in cui io lo guardo (dalla strada), c'e' una tomba da sola, che non è interrata come le altre e sta allo stesso livello della strada: sembra una tomba che ricordi un incidente. Mi avvicino a questa tomba. Mi ricordo che quel cimitero non è di uomini ma di rottami e oggetti che non servono piu' in genere e che sono stati sepolti li per una sorta di "affetto" o di rispetto nei confronti di chi li ha usati. Io nel sogno dico: "beh ma che strano" e osservo l'acqua limpida che ricopre le tombe... c'e' il
sole pomeridiano che comincia a tramontare. Proseguo per la strada del cavalcavia, è estate, forse il mese di agosto.


Vita nel futuro

Sogno di oggi 11 dicembre 2007

In un futuro non troppo lontano, forse distante di qualche decennio e non di piu' (10-20 anni), le persone sono controllate quasi a vista. Ci sono poliziotti ovunque che ti possono fermare e leggere la mente con uno speciale strumento che ti premono contro la fronte. E' simile a quei rilevatori di metalli portatili usati dai poliziotti per scoprire se hai un'arma, sono formati da una impugnatura a cui è attaccata una sorta di antenna spessa e cilindrica.
Un giorno stavo guidando un'auto con un mio amico e all'improvviso troviamo un posto di blocco, ovviamente ci fermano e con quella antenna ci controllano i pensieri premendocela con forza su una tempia. Sento come una scossa che mi pervade il cervello, una scossa non dolorosa ma comunque molto forte e fastidiosa che pero' mi permette di utilizzare i miei pensieri coscienti e tra me e me dico: speriamo non se ne accorgano di quello che mi passa per la testa, se mi scoprono è fatta. Per fortuna il controllo va a buon fine e ci lasciano andare subito.
Oltre a questi controlli, ogni persona è obbligata a prendere una pillola ogni giorno, pillola che permette di essere controllati a distanza da parte dei "dittatori" che controllano oramai la nazione in cui vivo. E' una pillola di un giallo chiarissimo tendente al bianco, di forma ovale a due punte. Oltre a questa pillola, ne è presente un'altra che va presa in casi di emergenza: è una pillola della stessa forma dell'altra ma di colore rosso. Non è obbligatorio tenerne una in tasca, ma è obbligatorio invece che qualcuno (amici, conoscenti, gente che ti sta vicino) ne abbiano una da somministrarti in casi di bisogno.
In questo futuro è obbligatorio girare in gruppo, dalle 3 alle 5-6 persone insieme. Si può andare ovunque, si puo' fare quello che si vuole, ma si è sempre controllati a vista da una pattuglia presente anche nei posti piu' impensabili. L'interno delle case private invece non viene controllato, ma appena si varca l'uscita si è subito sotto controllo.
Io ho almeno 40 anni e i miei amici pure, siamo in 3 o 4 più una donna e viviamo sotto lo stesso tetto. Stiamo progettando di ribellarci, di rompere il sistema, di non sottoporci più a controlli, insomma di eliminare questa dittatura per sempre perchè non ne possiamo più. Di questa nostra iniziativa ancora non ne sospetta e non se ne è accorto ancora nessuno, nemmeno la polizia. Camminiamo per un bosco di golena in un pomeriggio invernale, il sole è tramontato ed è rimasta la poca luce del cielo sereno che tende al blu: parliamo del nostro piano e smettiamo solo quando stiamo risalendo sull'argine per tornare a casa, c'è un controllo e dobbiamo dare l'aria di essere sereni. Io mi affatico un po' e rimango indietro mentre gli altri 3-4 salgono, poi finalmente arrivo anche io salendo sull'argine con fatica ma facendo finta di niente: un mio ritardo e comportamento strano poteva insospettire gli uomini addetti al controllo. Tiro fuori di tasca una scatoletta di plastica rotonda e sottile di colore verde, la apro e prendo l'ultima pastiglia da prendere: lo faccio davanti alla pattuglia cosi' non si insospettiscono.
Comunque è fatta, durante la passeggiata ci siamo messi d'accordo su alcuni dettagli e sono contento, oramai è questione di ore e poi il piano avrà inizio.