martedì 19 gennaio 2010

Fuga dalla Russia

Sono un turista, e mi trovo in Russia. Negli anni 50. E devo fuggire da questo paese.
Sono chiuso nella stanza di una casa di un contadino, fuori accanto alla porta principale della casa vi sta un poliziotto in piedi e all'erta: si aspetta che io esca da un momento all'altro per arrestarmi. Io sono già d'accordo con il proprietario della casa: mi aspetta fuori, nel retro della casa dove si trova l'ingresso secondario seminascosto dalle cianfrusaglie e dalle altre baracche che vi si trovano attorno. Mi avvio verso l'uscita e salgo sul trattore che l'uomo possiede: coperto fino agli occhi e con in mano il mio passaporto sono tesissimo. Fuori ha appena smesso di piovere e tutto è grigio e scuro attorno a noi: cielo, case, oggetti, e pure il mio futuro: riusciro' a fuggire? Nessuno ci insegue e con una apparente tranquillita' ci allontaniamo dalla casa. A questo punto, penso, il poliziotto si sarà già insospettito e avrà gia' sfondato la porta.
L'uomo sul trattore scende e percorsi pochi passi viene subito riconosciuto e fermato da altri poliziotti, io invece riesco a prendere una bicicletta da uomo e passo accanto a loro facendo finta di essere un vecchio contadino ubriaco e appena passato oltre una serie di pacchi ammassati sull'asfalto mi fermo e riprendo fiato: non mi hanno riconosciuto, posso ancora fuggire.

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