sabato 24 aprile 2010

Alta accelerazione

Io e un mio amico, Ale, siamo nel deserto in vacanza e siamo attorno a un tavolo di un presunto bar-oasi popolato da altri turisti. Ha una asciugamano che sta per mettersi sulla testa per proteggersi dal sole, mentre la indossa rido di gusto perchè è buffissimo con quella cosa bianca a righe lunghe nere in testa... successivamente prendo l'aereo con lui, un'aereo molto grande che ha una sorta di sala separata dall'area in cui vi sono le fila di poltrone passeggero. Io e lui ci ritroviamo li a chiacchierare ma una voce da un altoparlante (probabilmente del pilota o di una hostess) ci informa che stanno per cominciare le operazioni di atterraggio e che bisogna essere tutti seduti con le cinture allacciate. Purtroppo è troppo tardi per noi per poterci sedere, è troppo pericoloso e tutti ci vedrebbero arrivare per ultimi, correndo cosi' il rischio di prendere una lavata di capo. Cosi' Ale mi dice di rimanere li' e di aggrapparmi il piu' forte possibile alle tubature del termosifone che passano accanto al "muro" di metallo dell'aereo e mi dice di resistere perchè non sara' una cosa facile sopportare la fase di atterraggio.
Mi preparo al peggio, l'aereo sento che fa delle "curve" nel cielo, date dall'accelerazione crescente, poi punta leggermente verso il basso e accelera: mi tengo forte, l'accelerazione è sopportabile e ancora nonostante tutto non eccessiva.
L'aereo si assesta un attimo, poi bruscamente punta verso il basso e l'accelerazione è mostruosa, vedo tutto intorno a me che trema a causa delle vibrazioni dell'intero aereo, mi tengo piu' che posso alle condutture calde metalliche e faccio moltissima fatica a sopportare l'accelerazione e la discesa mai sopportata prima d'ora, è una cosa sgradevole e che mette a disagio, ma devo resistere. Forse solo sulle montagne russe si prova una cosa del genere.
E' finita, mi ritrovo nell'aeroporto con il mio amico che attendiamo sul nastro trasportatore le nostre valigie. Da dietro qualcuno con il dito mi tocca la spalla: è un prete in tonaca nera assieme a una guardia/poliziotto con una pistola semiautomatica grigio metallizzato in mano, stanno verificando che tutti i viaggiatori siano scesi a terra e stiano bene e non accusino qualche strano sintomo di isterismo. Ci guardano, ci riconoscono, ci dicono qualcosa e passano oltre.
Anche questa volta ci è andata bene, nonostante abbiamo rischiato la vita nell'atterraggio.

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