venerdì 13 agosto 2010

Fantasmi nella notte

Sono il capo direttore dei lavori di costruzione di una galleria stradale lunga circa 1 km che deve essere costruita in un punto dove non esistono montagne e colline, ma su cui successivamente verranno riversate tonnellate di terra per formarne alcune artificiali.
Io e i colleghi di lavoro, che altro non sono che persone che conosco nella vita reale coetanee o quasi, ci troviamo per discutere sulle procedure di costruzione. Con un modellino di plastica faccio vedere a loro i passaggi, in cui prima si crea una sorta di scheletro della galleria, poi successivamente lo si copre di nero con pareti prefabbricate e successivamente, all’interno della galleria cosi’ creata, si costruiranno i supporti semicircolari di cemento armanto che sosterranno la struttura stessa del tunnel. Sembra tutto così facile, ma io non ho mai costruito una galleria in vita mia, tuttavia sono abbastanza determinato.
C’e’ un unico problema: il luogo dove dobbiamo costruire. Qualche anno prima, sullo stesso tratto di strada in cui ora io mi trovo a costruire, un autobus carico di bambini ha avuto un incidente grave in cui sono morti tutti carbonizzati, oltre a qualche altro automobilista coinvolto con la sua auto. Si dice che nella notte, a un certo orario, è possibile vedere materializzarsi contemporaneamente 5, 6, 10 figure di questi bambini, o si sentono le loro voci. Io stesso ho paura, e questo fatto mi distrae dal seguire bene i lavori di costruzione della galleria e infatti sbaglio un passaggio fondamentale per la fabbricazione dei supporti in cemento armato e sono costretto a fermare la costruzione. Mi ritrovo cosi’ a camminare, a notte inoltrata, dentro questa galleria che sta in piedi per miracolo, e all’improvviso alla mia sinistra si materializza uno di questi bambini, è come se fosse fatto di fumo bianco brillante, fumo che si muove e si sistema in modo tale da formare un corpo completo. Questo bambino mi guarda, io sono un po’ spaventato ma vedo che il suo sguardo non è cattivo o terrificante, è lo sguardo di un bambino che sorride e che sembra voglia solo parlare. Allora penso che in questo luogo, il giorno dell’incidente, deve essersi concentrato tanto dolore e tanta energia tale da legare indissolubilmente le anime delle vittime con il luogo. Forse cercano pace, cercano qualcuno che le stacchi da li’ e le faccia riposare per sempre.
Proseguo la mia camminata verso l’uscita della galleria, dove vi sono i supporti in cemento armato appoggiati alle pareti, e i miei colleghi che fumano sigarette e parlano tra loro: è solo colpa mia se ho sbagliato la costruzione, loro non c’entrano, aspettano che sia io a dar loro qualche soluzione e al momento non so come fare, è tutto cosi’ difficile adesso. E intanto nel silenzio assoluto della notte e del buio scarsamente illuminato della galleria i fantasmi, dietro di me, continuano a muoversi e a guardarmi.

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