martedì 26 ottobre 2010

Trasmissione radiofonica

In uno studio di una radio mi trovo ad essere lo speaker e il conduttore di un programma serale, o almeno cosi' mi pare dal cielo buio che vedo oltre le finestre. Le pareti sono insonorizzate con quello che sembrano contenitori di uova dal colore marrone scuro, il soffitto non lo vedo ma deve essere dello stesso colore. Davanti a me, su un tavolo, aparecchiature e microfoni per poter parlare. Io parlo, intrattengo gli ascoltatori ma poi faccio partire una canzone e nel frattempo mi metto a parlare con un collega, dico a voce bassa a lui che queste apparecchiature radiofoniche/audio della Samsung non mi piacciono, non mi ci sono mai trovato bene, e che spero le cambino.
La canzone, o forse era la pubblicita', finisce e io vedo in un angolo della stanza, alla mia sinistra, un ragazzo di colore in piedi che canta davanti a un microfono sistemato su un'asta di fronte a lui, piu' che cantare sembra che faccia dei gargarismi da tanto che è rapido a pronunciare le sue parole, un misto tra indiano e americano. Pero' è simpatico e la canzone che canta, una nuova hit da promuovere del suo nuovo album, si ascolta volentieri. Non appena finisce mi metto cuffia e microfono e vado verso di lui, gli stringo la mano, sorrido (sono di buon umore) e faccio qualche battuta sul suo modo di cantare, beco qualche sorso da una bottiglietta d'acqua e faccio dei gargarismi cercando di imitare la sua voce e i suoi suoni che "cantava" nella canzone... lui si mette a ridere perchè capisce l'ironia, anche io rido e anche il mio collega: l'atmosfera è allegra, ci divertiamo, è bello essere in radio a lavorare.

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