venerdì 8 ottobre 2010

La scuola diroccata

Mi ritrovo a camminare in un piccolo paese della pianura padana vicino alla mia città, più precisamente in una strada sterrata e coperta di ghiaia dritta che porta direttamente a una grande casa oramai diroccata e parzialmente crollata. Mi ricordo quando da bambino andavo a osservarla, senza entrare perchè abitata e in buono stato di conservazione e mi sembrava una sorta di castello. Di fianco a questa casa, praticamente attaccata, ci stava un piccolo palazzo dei Gonzaga in stato di abbandono, c’era una casa, una sorta di piccola torre e un fienile o un posto dove lasciare i cavalli. Ora, invece, questa casa è semidistrutta e circondata da alberi e cespugli che le permettono di rimanere in un certo senso isolata e “protetta” dalle visite sgradite di gente di passaggio. Deve essere mattina, il sole è di una luminosità intensa tipica delle giornate di maggio, la luce è bianca e non arreca alcun fastidio.
Sono a pochi passi da questa casa e la osservo: i muri sono grigi scuro, consumati dal tempo, gli infissi oramai assenti, il primo piano è parzialmente crollato mentre il piano terra è silenzioso. Giro intorno a questa casa dalla forma rettangolare che mi ricorda tanto una vecchia scuola come se ne vedono da queste parti: pianta rettangolare, solo due piani e giardino annesso. Tutto riposa in modo sereno, e penso che dovrei far alcune foto suggestive ma sono senza macchina fotografica. Sto osservando il primo piano e dal muro parzialmente assente vedo che sbuca una palla che rimbalza e cade giu, dietro al muro compare un bambino di 5-6 anni al massimo che non si cura della mia presenza e guarda la palla cadere. Allora qualcuno c’e’!
Ritorno in un secondo momento, questa volta con la macchina fotografica e vedo che questo posto si è riempito di persone, quasi tutti bambini che giocano a palla tra di loro, diversi stanno al primo piano, altri al piano terra dentro l’edificio e si muovono, parlano, lasciano andare queste palel di plastica ovunque. E’ un bello spettacolo e decido di fare qualche foto partendo dal piano terra, costituito da un unico salone in cui vi sono anche alcuni adulti che “lavorano” seduti a vecchie scrivanie, sto per scattare la foto quando l’obiettivo della mia reflex mi cade per terra: per fortuna non si è rotto, l’avevo solo incastrato male. Scatto qualche foto e poi ritorno al punto di partenza per fotografare i bambini al primo piano: sono momenti suggestivi e particolari le cui foto di sicuro saranno uniche e molto apprezzate: scatto una foto mentre tutti i bambini tirano contemporaneamente la loro palla sul terreno, è una cosa strana ma bella.
La mia attenzione viene infine attirata da una notizia strana, ovvero che a occhio nudo è possibile vedere il lancio e il percorso in cielo di un missile che verrà lanciato a poca distanza da cui mi trovo: è una cosa affascinante e sono curioso di vederlo sfrecciare tra le nuvole con la scia luminosa del carburante che brucia. E invece mi ritrovo io in questo missile, seduto comodamente a una poltrona mentre vedo rapidamente che la terra si allontana e io sto salendo sempre di piu’: vengo colto da vertigini e comincio a pensare al fatto che questi lanci sono rischiosi, che puo’ esplodere tutto da un momento all’altro e che posso morire, sono molto teso e le vertigini non aiutano, ma sto andando in alto e non posso fermare la corsa di questo bolide, che sensazione strana, ho paura ma oramai a breve saro’ lontano da tutto e da tutti.

Nessun commento: