giovedì 27 dicembre 2007

Il mio primo lavoro

Vengo assunto in una azienda della zona della mia città, in periferia probabilmente. Sono al mio primo giorno di lavoro, sono teso quanto basta e un po' in soggezione, tuttavia pero' sono contento di essere li. Il luogo fisico in cui mi trovo è costituito da un'enorme capannone (come quelli prefabbricati) il cui interno è tutto bianco, soffitto compreso. Muri bianchi, scrivania bianca, mobilio bianco, monitor bianco. Sono seduto a una scrivania davanti a un monitor di pc, con mouse e tastiera ma non faccio nulla di interessante finchè non mi chiama il direttore dell'azienda. E' una persona affabile e buona ma vuole che i dipendenti si impegnino nel lavoro. Vado da lui, lo trovo con altri ragazzi dell'azienda seduto a un tavolo lungo (anch'esso sempre bianco), mi allunga un foglio e mi fa sedere. Guardo il foglio (che ha consegnato anche a tutti gli altri), è una planimetria dell'azienda con muri e uffici segnati, c'e' pure disegnata la parte dedicata all'officina vera e propria (io mi trovo negli uffici) che si trova di fianco al nostro stanzone di ufficili, divisa da un muro portante. Il capo mi dice che deve fare spazio negli uffici e che ci ha chiamati perchè così noi possiamo proporre idee su eventuali muri da buttare giu o cambiare la disposizione del mobilio interno. Io propongo di buttare giu un muro inutile che farebbe aumentare lo spazio interno di un metro rispetto alla dimensione attuale: tuttavia è una idea pessima, me ne rendo conto dalla faccia che fanno tutti e mi zittisco...cavolo già al primo giorno di lavoro mi tocca fare una figura barbina...
Poi torno alla mia scrivania, una dipendente arriva, mi consegna una cartellina che contiene diversi fogli, sulla cartellina c'e' scritto: "Da approvare assolutamente entro la mattina". Io non so cosa devo fare, ma poi so che c'e' una donna seduta a una scrivania che è addetta ad "approvare" i documenti, porto la cartella da lei, ed ecco che tira fuori un timbro (di quelli rotondi) gigante che ha diametro di una spanna, lo preme con un colpo deciso sulla cartellina e poi mi riconsegna il tutto. Ritorno alla mia scrivania ed ecco che mi ritrovo altri faldoni da far approvare. La procedura va avanti per un pò fino a quando il capo mi richiama nel suo ufficio: ha una televisione e permette ad alcuni dipendenti (sempre giovani) di guardare la tv appoggiando i piedi sulle poltrone. E' veramente un uomo buono, ma la mia soggezione non se ne va. Mi dice che dopo aver approvato i documenti li devo ordinare basandomi su un numero di due cifre scritto a mano sulla cartellina stessa in alto a destra: prende i miei faldoni e mi fa vedere come si fa 35, 36, 37... a volte i numeri mancano e bisogna arrangiarsi. Poi prende queste cartelline e le appende a un muro del suo ufficio!! Io lo ascolto, dico che ho imparato e torno alla mia scrivania... Intanto girando per l'enorme stanzone conosco anche altre dipendenti, ragazze che mi guardano in modo interessato e che mi fanno un sorriso caldo che non è solo di cortesia...
Poi mi sveglio, non mi ricordo più nient'altro...

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