giovedì 3 gennaio 2008

Angoscia e solitudine (un brutto sogno confuso da dimenticare)

Mi trovo a Motteggiana, in un anno imprecisato del futuro ma non molto lontano dal 2008.
Sono in una stanza con un letto, dei poster, una finestra. Questa finestra guarda la torre del campanile. La stanza mi sembra familiare, mi affaccio alla finestra a guardare la torre che è diversa da come ero abituato a vederla di solito, un pò minacciosa, un pò spettrale, insomma non è più la stessa e questa cosa mi preoccupa.
So che in un piano interrato, sotto alla mia stanza, c'e' una serie di passaggi e in particolare una stanza segreta contrassegnata dal numero 8 sulla porta, in cui so che è custodito un segreto particolare ma nessuno vuole dirmi cosa c'e', perchè è vietato, io non devo sapere.
Intuisco che grava una sorta di atmosfera tetra, di morte e desolazione nel paese in cui mi trovo: una forza oscura tiene sotto controllo la mente delle persone, gli animali e pure gli edifici. Questa sensazione di impotenza mi crea allucinazioni, vedo nella mia stanza sui muri e sul letto formarsi diversi buchi da cui si diradano delle crepe che si espandono sempre di piu', per poi sparire.
Esco all'esterno e vedo la casa in cui ero, casa abbandonata, come se da un giorno all'altro le persone siano andate via lasciando tutto come è, non c'e' polvere, solo silenzio. Ci sono degli animali nella casa, lasciati da soli poveretti: un cane, delle galline.
Vado verso la chiesa perchè oglio osservare meglio il campanile e vedo che la chiesa non c'e' più: solo 2 mura portanti rimangono, diroccate, sembra che sia stata bombardata da un'aereo.
La torre è intatta, ma vedere controluce le 2 pareti e la torre fa molta impressione, è una immagine spettrale e di abbandono (come le vecchie cattedrali vecchie di secoli abbandonate tra i boschi o in pianure deserte), e tutto ciò non è normale.
Ho incontrato qualcuno che mi parla di qualcosa, non ricordo cosa, e a un certo punto gli dico "Come la camera 8 vero?" e lui si fa serio, l'espressione è minacciosa, ha capito che ho intuito qualcosa ma io non devo sapere niente, così se ne va.
Decido di andare via anche io, mi incammino verso la piccola stazione a piedi e devo imboccare una strada dritta lunga quasi un km e per farlo devo attraversare la strada grande che porta al ponte di Borgoforte. L'ho appena attraversata he che mi trovo 4 persone, 3 uomini e una donna di nazionalità albanese che cercano di attacccare gancio per scroccare un passaggio, ma io dico che non ho auto ne bicicletta. Non mi fido di loro, e poi trasportano un oggetto strano: sembra lo scheletro metallico di una automobile che hanno costruito loro. Non mi piacciono, mi guardano strano...dico loro di attendere la fermata dell'autobus che passa proprio di qua ogni tanto, e mentre parlano fra di loro me ne vado per seminarli e mi incammino nella strada lunga.
Arrivo con fatica alla stazione, entro per fare il biglietto e il bigliettaio (vestito come quelli del 1800) mi dice che per le prossime ore non c'e' nessun treno e dovro' aspettare tanto. Sconsolato, mi giro e dietro di me ecco quegli albanesi con l'espressione affamata di chi vuole approfittarsi di te, allora dico al bigliettaio: "Il mio biglietto vale per loro, lo rifaccia per loro nel posto in cui vogliono andare", cosi' almeno mi libero di queste persone inquietanti e pericolose.
A me tocca rimanere li, da solo, in un posto che non comprendo più.

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