giovedì 3 gennaio 2008

In ostaggio

Mi trovo in un edificio vecchio di 2-3 secoli, che ospita un ospedale. L'edificio è costituito da diverse "ali", tutte simili come disposizione, probabilmente l'intero edificio è disposto a croce i cui estremi sono rappresentati facciate tutte simili. L'edificio ha almeno tre piani, e dentro è un po' labirintico.
Sono all'ultimo piano, e un gruppo di persone improvvisamente prende in ostaggio me e altri 2-3 ragazzi, ci mette in una stanza i cui muri sono ricoperti di piastrelle lucide di quelle utilizzate nei bagni. Ci minacciano con una pistola, e intanto chiamano al telefono la polizia (che sta fuori) venuta subito a cercare di liberarci: dicono a loro che se entro le 9.30 non saranno esauditi i loro desideri (quali siano non ricordo) ci spareranno e, per confermare quanto dicono, mi fanno avvicinare a loro e parlare al telefono pronunciando il numero di serie della pistola che hanno in mano. Anzi, danno questa pistola a me per farmi leggere il numero di serie scritto in caratteri bianchi piccoli sul metallo nero della pistola a tamburo. Io fatico a leggere e chiedo: "ma quale è? come si legge? la devo girare dall'altro lato per trovare questo benedetto numero".
Queste persone malvage non si accontentano di spararci, minacciano di diffondere nell'aria un pericoloso virus che porta alla morte nel giro di poco tempo in modo indolore ma irreparabile: tramite un fluido giallo (di consistenza simile a uno shampoo) che disperderanno nell'ambiente tutte le persone saranno compromesse.
Il tempo scade, e incazzati neri prendono un ragazzo da sacrificare ma non gli sparano, gli gettano addosso questo fluido giallo, il ragazzo grida dallo spavento e lo portano via tra grida di pietà e di sofferenza (generate solo dalla paura), capisco che siamo arrivati ad un punto critico e prendo una decisione: devo fuggire.
Intanto l'ospedale è stato isolato dal mondo esterno: porte sigillate, corridoi interni tutti cosparsi sul pavimento di sapone anti-germi, via-vai di infermiere e personale dell'ospedale, agitazione palpabile. Approfitto di un momento di distrazione dei miei rapinatori (quello che mi controlla è l'assitente della mia prof della tesi) per fuggire da quella stanza e scappare lungo il primo corridoio che mi trovo davanti. Scendo le scale e mi ritrovo proprio dietro una infermiera che parla al telefono e non si accorge di avermi dietro (se capisce che sono un ostaggio che forse è infetto dal virus mi metterà in isolamento), così la lascio andare in modo che si distanzi da me e non si accorga della mia presenza. Scese le scale al piano intermedio, corro lungo un'altro corridoio cosparso di questo sapone che mi fa scivolare e andare velocissimo, poi ecco un'altra scala e finalmente arrivo al piano terra, esco e scappo fuori.
Nessuno, all'esterno, sa del virus, e' pomeriggio e c'e' il sole, forse siamo in marzo-aprile, corro fuori mezzo nudo (forse sono solo in mutande) e grido a tutti del pericolo: tutti devono sapere cosa sta succedendo li dentro. Le persone si voltano, capiscono la situazione, si preoccupano, si incazzano.
I rapitori capiscono che sono spacciati, che oramai tutti all'esterno sanno tutto, e che può succedere un vero e proprio caos. Così dopo qualche minuto, dalle finestre dell'ospedale, da dei megafoni esce una voce che dichiara che ora verrà diffuso nell'aria l'antidoto e nessuno morirà. Esce dalle finestre un nuovo fluido giallo che si disperde nell'aria, e io capisco che ora è tutto finito, mi sento meglio, il mio gesto di fuga ha avuto l'esito positivo sperato, ora nessuno morirà più, i rapitori sono stati beffati da me. Ma quanta tensione ho dovuto provare!

1 commento:

Unknown ha detto...

hola!!!! sai chi sono.. evaso da manicomio.. dal cuore al cioccolato!

... caso vuole che stia leggendo con in sottofondo Ashram... e sgomento.. perplessita.... inquietudine... anchio sogno molto sai... e sempre... cose senza senso apparentemente... cose lontane.. cose che le parole non hanno potere di manifestare.. e paura! sembrano così veri... da non lasciarti fiato!!!

scusami... faccio un passettino indietro.. ingeniere o meglio mago di una retorica da me inaspettata!!!
bacio

tua simo!!!!!=)