venerdì 18 gennaio 2008

Picciotto sono

Sono un picciotto della mafia italo-americana. Sono un "iniziato" alla vita di mafia, sono giovane e devo obbedire agli ordini dei miei "superiori", ovvero il boss o il suo braccio destro. Il primo ordine che mi arriva dal boss è di salire su un treno e controllare i movimenti di un uomo ciccione con i baffi, mo viene ordinato di seguirlo se va in bagno e di rimanere accanto alla porta che il ciccione si chiude dietro di se, poi aspettare che arrivi il braccio destro del boss che gli fa le feste, io evidentemente gli devo dare una mano a farlo fuori. Tuttavia, nonostante sia ben conscio di quello che devo fare, mi accorgo (sempre nel sogno) che ho già vissuto questa esperienza. Si, ho già fatto lo stesso sogno e ubbidivo a tutti gli ordini e pian piano diventavo un picciotto di quelli potenti grazie a violenze e soprusi. Ma questa volta no, questa volta decido di reagire, io non voglio fare il picciotto che vive in mezzo alla violenza. Cosi' a un certo punto scendo dal treno con stupore dell'altro uomo che mi aspettava vicino al bagno che mi intima di tornare. No, io non ci sto, me ne vado!
Prima che iniziassi a diventare picciotto avevo una ragazza in Argentina, bionda con i capelli lisci e ho intenzione di tornare da lei a farle una sorpresa. Così mi reco nell'edificio in cui vive (o lavora, non lo so) e cerco una stanza con un telefono fisso e la chiamo al cellulare, quando lei risponde io faccio finta di essere lontano e dico che la comunicazione è disturbata...poi lei spostandosi per le camere mi vede, capisce lo scherzo e mi corre incontro abbracciandomi forte. Poi ecco che il richiamo mafioso si fa sentire ancora: ricevo in qualche modo una comunicazione del boss di ripresentarmi e allora mi sento in obbligo di andarmene via da questa ragazza, lei lo intuisce e si arrabbia, piange grida e mi da i pugni sul petto gridando "perchè? dove vai? dimmelo dove vai!" ma io non posso dirle niente, non posso dirle che vado a fare del male in giro! Nonostante questo so che probabilmente non andro' dal boss, ma andro' via per i fatti miei. Scendo le scale della casa e arrivato al piano terra, di fianco alle scale, trovo un tavolino di legno rettangolare con sopra un biglietto per me: è grande come un foglio A4, è di cartoncino rigido, formato da una striscia bianca attorno ai lati (che funge da cornice) , poi dentro alla cornice il restante rettangolo è tutto in blu scuro con in cui vi sono scritte delle frasi in colore rosa o arancione. Leggo frasi del tipo: "Io ho provato sensazioni che tu non hai avuto il coraggio di provare. Io ho fatto cose che tu adesso non riusciresti a fare. Io ho preso decisioni che tu adesso non riesci a prendere" e altre 2-3 frasi del genere. So chi l'ha scritto: sono stato io. Il "me stesso" dello stesso sogno mafioso fatto tempo fa comunica al "me stesso" attuale di questo sogno che lui da mafioso ha fatto cose che io ora non ho il coraggio di fare, che lui ha tirato fuori le palle e invece io non ho fatto niente e ho deciso di fare il "buono". Lascio il biglietto sul tavolino ed esco dalla casa...

Nessun commento: