sabato 12 aprile 2008

La cattedrale maledetta

In un indefinito giorno dell'anno, ma sicuramente al pomeriggio, mi ritrovo a camminare dentro una immensa cattedrale italiana. Oltre a me ci sono turisti che camminano, guardano i quadri e le altre opere d'arte all'interno della mega chiesa. La cattedrale è di tipo gotico, lo capisco notando con la coda dell'occhio le alte e "lunghe" finestre che si elevano verso il cielo. La luce non è immensa ma cmq piu' che discreta per camminare e osservare l'interno. Io cammino nella navate centrale in direzione del presbiterio, e arrivatovi noto che c'e' un cartello che riporta un testo e sotto una freccia che indica la discesa in due piani sotterranei. Questi piani, dice il cartello, rappresentano uno una sorta di grande dormitorio spazioso rettangolare in cui dormivano i frati nei secoli passati e un'altro piano invece contiene fondamentalmente i servizi igienici. Decido di scendere per visitare entrambi i piani. Mentre il dormitorio è molto sobrio, essenziale ma spazioso e ben illuminato da luci che fanno risaltare i muri di un bianco panna, i bagni sono rappresentati da "corridoi" con pareti coperte da piastrelle rettangolari azzurro chiaro, tali corridoi sono larghi 2 metri e illuminati da luci al neon poste a 3 metri da terra, e sono corridoi che fanno curve e lungo i muri sono attaccati lavandini, qualche water, qualche specchietto, qualche bidet. Sul pavimento si trovano ovviamente rigoli d'acqua. I corridoi convergono su una stanza principale anch'essa illuminata da luci al neon piu' forti. In questi piani interrati ci vado solo io, e una volta che si sono percorse le stanze si risale al livello del terreno con una scala e si sbuca sempre nel presbiterio ma dietro l'altare maggiore. Io rifaccio questo percorso almeno 3-4 volte e sia all'uscita che all'entrata riconosco persone che conosco che stanno facendo i turisti ma che non sono attirate dal percorso dei piani sotterranei. Li vedo mentre parlano, sorridenti, mentre io non so per quale motivo sono serio, pensieroso e continuo a fare il mio giro all'infinito, forse per scappare da loro ed evitare di incontrare il loro sguardo e vedere le loro espressioni felici e appagate.
Sono appena uscito per la quarta volta dal mio giro dei sotterranei che qualcuno improvvisamente mi afferra con mano decisa e forte il braccio destro: è un uomo alto due metri, robusto, vestito di jeans, giacca di velluto a righe, camicia azzurro chiaro. Forse è uno della sicurezza, o il custode o cmq qualcuno che deve controllare l'ambiente. Mi guarda e mi dice: "Abbiamo fretta eh!" e io: "Eh si, sa sono un po' agitato.". Mi porta in una stanza adiacente al presbiterio (la cui porta non avevo notato prima, forse perchè ben mimetizzata nella parete) e mi fa sedere in questa stanza dal pavimento a scacchi. Accanto a me un'altra persona anziana si mette a raccontarmi della cattedrale e dei personaggi che nei secoli si sono susseguiti e che hanno vissuto nei piani interrati: santi, frati, preti, suore. Tutte persone che hanno fatto una vita di sacrifici, di riflessione, di preghiera. All'inizio i racconti sono interessanti ma poi comincio a stufarmi e a provare noia, mi alzo per andarmene ma questo vecchio mi prende per il braccio e mi rimette a sedere: io sono seccato e mi rialzo, vado verso la porta e... è stata chiusa a chiave!!! Il vecchio si rivela: è una persona malvagia, che negli anni ha sempre "intortato" i ragazzi come me per imprigionarli all'interno della cattedrale, si perchè l'edificio è solo una copertura per i suoi loschi scopi violenti: tenere imprigionate le persone, probabilmente per nutrirsi della loro 'energia', la loro vitalita'. Ha visto me e ha capito che ero la persona giusta da imprigionare per sempre, perchè ero da solo, che camminavo con lo sguardo perso, la testa bassa mentre tutti gli altri erano allegri e spensierati.
Mi ha detto che è impossibile fuggire. Oramai comunque si è fatta notte. Io pero' voglio fuggire da quella prigione, e ci voglio riuscire! Non so come, ma mi ritrovo a correre nel vasto prato che circonda la cattedrale, inseguito da un uomo che corre velocissimo con la faccia un po' da uomo e un po' da cane mastino, la sua bocca deforme ringhia fortissimo e i suoi occhi sono completamente neri, la pelle del viso è verde chiarissimo, mi corre dietro e soccomberei se non fosse per una pistola a tamburo nella mano destra che uso per sparargli continuamente al viso. Per fortuna i proiettili centrano il suo viso e riesco a indebolire la sua forza e quindi mi allontano di corsa dal prato illuminato solo dalla luce metallica della luna. Mi sveglio.

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