sabato 7 giugno 2008

Due microsogni

Primo microsogno.

Sono nella mia città, a sera inoltrata, forse sono le 22.30 circa. Il cielo è nero senza stelle e mi trovo nella piazza centrale. Non so cosa faccio di preciso, ma so che sono addetto a fare qualcosa per il cinema Dante. Il film forse è appena finito e vedo la gente appena uscita che parla nella piazza illuminata dalla luce gialla dei grossi lampioni, riconosco alcune persone che un tempo ero solito frequentare e che adesso non vedo quasi piu' a causa delle normali strade che si sono divise negli anni, la cosa mi mette un po' di malinconia e tristezza ma per fortuna sono sensazioni leggere.
Vedo tutto questo dalla porta di un corridoio o anticamera, chiudo poi la porta e senza motivo dico a voce alta: "vita precedente!". Improvvisamente mi ritrovo nello stesso posto, ma ora sono nei primi anni 40 durante le persecuzioni naziste, si sto vivendo una vita precedente e ne sono cosciente, è come essere tornati indietro nel tempo ma in un altro corpo conservando pero' i pensieri del 2008. Mi ritrovo nello stesso luogo in cui ero all'inizio e pero' scappo subito, devo cercare un nascondiglio perchè i soldati mi stanno cercando, sono ebreo e stanno facendo i rastrellamenti! Corro di qua e di la per piccole stradine ma non c'e' nulla da fare, mi ritrovo due soldati in divisa davanti. E' finita.



Secondo microsogno

Sono l'inossidabile e mitico eroe dei film Die Hard e mi hanno affidato una missione. Alcuni boss della mafia italo-americana di oggi, anziani con i capelli bianchi, gli occhiali grandi e spessi e l'accento da italo-americano come nei film mi hanno offerto un sacco di soldi per liberare un boss loro "collega".
Questo boss si trova in Italia, in un carcere di massima sicurezza che non si trova nel classico palazzo-edificio blindato. No, è un complesso edificio sotterraneo tutto interrato in cui vi sono diversi piani di profondita'. I piani non sono individuati dai classici numeri, ma da lettere dell'alfabeto: il piano A sta appena sotto terra, il piano U che è quello dove sta il boss sta quindi diverse decine di metri sepolto nel terreno. I piani contengono detenuti in base alla gravità del reato commesso e alla loro pericolosità intrinseca di malviventi, la A è quello dei reati piu' leggeri, la U uno dei piu' brutti. Io devo penetrare in questa prigione-bunker, liberare il boss e portarlo dai suoi amici mafiosi.
La scena della liberazione viene inquadrata da una telecamera che riprende il boss scortato da due poliziotti nell'ascensore che permette di accedere a tutti i piani. Non so dove devono portare il boss ma approfitto di questo momento per nascondermi nell'ascensore assieme ad altri scagnozzi dati a prestito dai boss. Una volta entrati nell'ascensore (capiente e largo) io e gli altri saltiamo fuori e con dei gesti appena accennati tiriamo fuori coltelli e armi. Non vedo null'altro, come se la scena fosse stata tagliata per far intuire a chi guarda cosa è successo. Mi ritrovo in un bar-ristorante, seduto al tavolino con i boss tra cui quello che ho appena liberato. Essi mi ringraziano, ridono tra loro beffardi, si scambiano occhiate e usano le solite frasi da film americano, mi ringraziano e sorridono di soddisfazione per il lavoro fatto. A me non importa piu' di tanto, il mio lavoro l'ho fatto, e questi tizi non sono proprio belli esteticamente, due di loro adesso sembrano due personaggi di Star Trek: la loro faccia è coperta da una sorta di cervello grande che spunta fuori dalla calotta cranica e va a coprire a mo' di capelli tutta la testa e gli occhi. Insomma due alieni mostri che ridono assieme agli altri. Questa cosa mi fa un po' ribrezzo e spero di liberarmi di questi vecchiacci presto.

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