domenica 22 giugno 2008

Sogno pomeridiano

E' sera inoltrata, nel cielo è rimasta ancora una debolissima luce proveniente dal sole oramai tramontato che lo fa apparire di un blu "luminoso" poco prima che diventi nero. Sto camminando in una zona industriale (probabilmente in periferia) di Bologna e sto seguendo Dario che mi porta a far vedere l'azienda in cui lavora. Tuttavia, quel posto mi è familiare perchè ci sono gia' stato in un precedente sogno con l'Ambro: questo ragionamento lo faccio anche nel sogno senza preoccuparmi di nulla.
Eccoci arrivati, alla mia destra ecco che sorge l'edificio (che riesco a distinguere come una sagoma) e poco prima di immettersi nel marciapiede che manda all'entrata, a fianco di esso sorge una sorta di statua d'acciaio di un robot grande il doppio di una persona: la statua fa capire il tipo di azienda, ovvero che si occupa di robotica.
Imboccando il marciapiede ci si para davanti subito l'insegna gigante con il nome della azienda: PUGLIA. Strano, per un'azienda del genere chiamarsi così, ma ricordo dal sogno precedente che è giapponese, o forse è controllata da una azienda giapponese.
Entriamo e subito mi si para davanti un salone con tanti monitor, tavoli, sedie. Non c'e' quasi nessuno dentro, e Dario mi fa vedere il loro prodotto di punta: un casco per la realta' virtuale che in realta' non è un casco, ma una sorta di occhiali meccanici e completamente automatici che si adattano al viso e agli occhi di chi li indossa, me li vuole far provare ma questi occhiali mi inquietano: sono grandi e fanno dei rumori particolari appena li avvicini al viso: i sensori attivano i meccanismi elettrici e meccanici di adattamento al viso e i rumori non sono rassicuranti, sembra quasi che ti vogliano chiudere la testa in una morsa. Faccio appena in tempo ad allontanarli dalla mia testa, so che è una invenzione nuovissima e super-tecnologica ma non mi interessa provare. Tolti gli occhiali davanti a me c'e' un grande televisore piatto spento, è collegato agli occhiali e fa vedere ciò che vede chi li indossa. Comunque non mi interessa tutto ciò, giro per le poltrone e i monitor vedendo windows Xp ancora acceso (ma le postazioni sono deserte), e c'e' una dipendente che sta sistemando un documento in Word probabilmente e lo sta per stampare. Vedo anche un altro signore, di 50 anni un po' grosso, in giacca e cravatta grigio scuro che sta facendo qualcosa e parla con Dario. Poi tutto si fa confuso, e mi sveglio, ma con la certezza che in quel posto c'ero gia' stato una prima volta, sempre di sera, e camminavo con l'Ambro seguendolo.

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