sabato 3 gennaio 2009

Viaggio nel tempo a 4000 metri sotto terra

Vengo a sapere, quasi per caso, che alcuni miei amici devono compiere una missione speciale: tornare indietro nel tempo di un giorno (o almeno piu' di 24 ore) per sistemare un evento accaduto qualche giorno fa. La missione è molto importante e loro quattro devono assolutamente compierla. Mi si chiede la mia consulenza e il mio supporto, anche se solo loro torneranno indietro nel tempo. Per tornare indietro nel tempo andremo in un laboratorio speciale, che si trova a 4000 metri sotto terra e raggiungibile con un treno speciale che parte dalla comune stazione della mia città (o un'altra stazione nelle vicinanze): decido di portare con me la mia amica Grazia che potrà dare consigli agli scenziati e ai tecnici laggiù nel laboratorio. Ci aspetta un viaggio particolare, dove il treno si inabisserà nelle profondità della terra: avverto una leggera sensazione di claustrofobia durante il viaggio in treno, perchè dopo un po' il sole scompare a causa dell'inabissamento del treno nella galleria che ci portera' sotto terra, ci viene chiesto di coprire i finestrini con il parasole per evitare di guardare fuori e una seconda sensazione strana mi pervade: siamo qua in viaggio a centinaia di metri sotto terra e tutto ciò è nuvo per me, un po' inquietante. Finalmente arriviamo ma vedo dai finestrini una luce che sembra quella del sole: scendiamo dal treno e attorno a noi non compare il solito laboratorio con luci fredde e corridoi metallici, ma una sorta di borgata, con qualche casa, una chiesetta e il cielo illuminato. Ci viene spiegato che è una ricostruzione fedele di un paese padano, con cielo e soprattutto sole artificiale (ma molto verosimile), è stato costruito per evitare crisi isteriche, claustrofobia, depressione da parte di chi vive tutto il tempo nel laboratorio li accanto. Io ammiro l'ambiente attorno a me e apprezzo lo stratagemma impiegato dall'uomo per evitare di impazzire, perchè stare a 4km sotto terra con il buio è angosciante, è pazzia pura, menomale che hanno portato un pezzo di "paesaggio padano" qua sotto!
Per entrare nel laboratorio dobbiamo entrare in chiesa e calpestare letteralmente le cappelline e le aree dedicate alla preghiera, dentro alla chiesa non vi sono croci tranne una di metallo dipinta di nero, stilizzata, attaccata a un muro e con il lato lungo su cui compaiono le lettere (disposte verticalmente lungo il lato) "NERO". La chiesa è finta ovviamente, ma l'assenza di croci, di candele e di qualsiasi accorgimento "umano" la rende insipida e insignificante, vuota e triste. Proseguiamo tutti ed entriamo nel laboratorio.
Da questo momento i ragazzi vengono istruiti e io e la mia amica Grazia ci diamo da fare per vedere meglio lo stato delle ricerche, ci sono scienziati che sperimentano il mezzo di trasporto usato per andare nel passato, ci sono congegni elettronici piccoli da indossare. Mentre Grazia spiega come correggere uno di questi congegni (una sorta di dito robotizzato tascabile che effettua molte funzioni) io osservo la piattaforma rotabile che ospitera' il mezzo di trasporto per il viaggio nel tempo e che viaggia anch'essa su rotaie. Poi sempre io e Grazia prendiamo un'ascensore che ci permettera' di salire a un piano superiore per vedere il mezzo di trasporto completo: una sorta di vagone ferroviario adeguato al caso. Il viaggio in ascensore non è dei piu' belli, la cabina ha il "soffitto" che si deforma ogni volta che dobbiamo salire, quasi come se la profondita' a cui siamo e la pressione della roccia attorno a noi faccia da ostacolo al percorso verso l'alto dell'aascensore. E' inquietante vedere questa cosa, e ci si rende conto che se dovessimo rimanere bloccati dentro l'ascensore potremmo anche morire chiusi la dentro, sotto terra, mentre l'intera popolazione sta lassu' a vivere tranquillamente all'aria aperta.
L'idea di essere ancora a 4000 metri, nella roccia scura, mi mette ancora angoscia: siamo in balìa della natura con le sue forze, e un terremoto potrebbe seppellirci tutti qua dentro per sempre, e siamo dei pazzi a stare quaggiù a effettuare ricerche rischiando la vita, siamo un puntino immerso nell'oscurità della terra.
Oramai siamo pronti pero', e manca poco alla partenza dei miei amici, sono preoccupato per loro, ho paura che si possano fare male durante il viaggio nel passato, loro sono giustamente un po' preoccupati ma non spaventati.
Tutto ciò che sto vivendo qua nel laboratorio è affascinante e nello stesso tempo un po' preoccupante, ma vale la pena andare fino in fondo: è una esperienza unica, per pochi, e io sono qua che sto dando una mano a questi scienziati e tra poco spediremo questi ragazzi nel passato dentro un vagone del treno.

Purtroppo non li vedro' mai entrare nel vagone, non assistero' a nessuna partenza, perchè mi sveglio e mi tocca salutarli con il pensiero che ho di loro che permane quando apro gli occhi.

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